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Le gare in circuito potrebbero ripartire in Svizzera

auto da corsa su una strada cittadina
Dal 2016 la Svizzera può accogliere delle gare di Formula E. Nel 2019 un Gran Premio si era svolto nelle strade di Berna. © Keystone / Anthony Anex

Dal 1955 nella Confederazione è vietato disputare gare motoristiche su circuito. Una messa al bando stralciata martedì dal Consiglio degli Stati.

Circuito di Le Mans, 11 giugno 1955: durante la 24 Ore la Mercedes-Benz 300 SRL di Pierre Levegh decolla letteralmente dopo aver tamponato la Austin-Healey guidata da Lance Macklin. L’auto si schianta nei pressi della tribuna e prende fuoco. Sul pubblico piovono pezzi del veicolo. L’incidente causa la morte del pilota e di 83 spettatori e spettatrici e il ferimento di altre 120 persone. È la più grave tragedia mai avvenuta negli sport motoristici.

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Le gare automobilistiche su circuito vengono messe in discussione e il Governo elvetico interviene vietando per legge queste competizioni sul suo territorio. Questo provvedimento segna la fine del Gran Premio di Svizzera, che si era svolto per la prima volta nel 1934 e che l’anno precedente il divieto aveva visto trionfare, sul tradizionale circuito di Bremgarten, Juan Manuel Fangio.

Malgrado alcuni tentativi di abrogare questa misura, la messa al bando è rimasta in vigore fino ad oggi, con l’eccezione delle gare di Formula E (auto elettriche), autorizzate dal 2016 grazie a una deroga approvata dal Governo federale.

Il divieto dovrebbe però appartenere ormai al passato (il condizionale è ancora d’obbligo vista la possibilità di un referendum popolare): dopo il Consiglio nazionale, infatti, anche la Camera dei Cantoni ha approvato martedì una modifica della Legge federale sulla circolazione stradale che stralcia questo veto in vigore da quasi settant’anni.

Il momento giusto?

Il Governo non era favorevole a compiere questo passo e la ministra dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Simonetta Sommaruga lo ha ribadito durante il dibattito in aula: “La domanda da porsi è se sia giusto, nel momento in cui si parla di protezione del clima, di sostenibilità, di inquinamento fonico, autorizzare nuovamente le gare su circuito di veicoli con motori a combustione”.

La maggioranza dei senatori e delle senatrici non l’hanno però seguita e per 27 voti a 15 il Consiglio degli Stati ha deciso di stralciare il divieto.

“Dal 1955, sia le misure di sicurezza in generale che la tecnologia dei veicoli sono migliorate in modo massiccio, motivo per cui un divieto generale non sarebbe più giustificato”, ha osservato a nome della maggioranza della Commissione dei trasporti il consigliere agli Stati liberale radicale Thierry Burkart. “Tuttavia – ha precisato – nessuno nella Commissione dà per scontato che un giorno in Svizzera si svolgerà una gara di Formula 1 classica”.

“Pirati della strada”, pene meno severe

Quello delle gare su circuito non era però l’unico punto affrontato nell’ambito della revisione della Legge federale sulla circolazione stradale.

Il Consiglio degli Stati ha deciso tacitamente di abolire la pena detentiva minima di un anno per i reati di omissione di soccorso e di ridurre la durata minima del ritiro della patente. In futuro, i pirati della strada potranno essere puniti anche con una semplice multa. Tuttavia, la pena massima di quattro anni di reclusione è stata mantenuta.

Circa il ritiro della patente, chiunque commetta un’infrazione grave al codice della strada rischia attualmente di non poter più guidare per due anni se ha rischiato di causare un incidente della circolazione con feriti gravi o morti, in particolare circolando ad alta velocità, eseguendo sorpassi temerari o partecipando a gare non autorizzate.

Ispirandosi a quanto già deciso dal Consiglio nazionale, con l’assenso del Consiglio federale, la Camera dei Cantoni ha stabilito di ridurre la sospensione da due anni a un anno al minimo. La proposta dell’Unione democratica di centro (destra sovranista) di ridurre tale periodo a 6 mesi non ha fatto breccia: per la maggioranza va mantenuto l’effetto dissuasivo introdotto dal progetto “Via Sicura” che ha determinato un sensibile calo dei feriti e dei morti sulle strade in Svizzera.

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Casco non obbligatorio per chi ha meno di 16 anni

Su un altro punto della legge la Camera dei Cantoni ha seguito il Nazionale, sconfessando il governo. Per 29 voti a 13, il plenum ha stabilito di non voler obbligare le persone sotto i 16 anni ad indossare il casco. Per la maggioranza un simile divieto sarebbe difficile da far rispettare, non solo ai diretti interessati, ma anche agli agenti di polizia: difficilmente un ragazzino circola in bicicletta con i documenti di identità addosso, indispensabili per verbalizzare un’eventuale infrazione. Soprattutto, secondo la maggioranza del plenum la responsabilità di proteggere l’incolumità dei propri figli incombe in primis ai genitori.

Di diverso avviso Simonetta Sommaruga, secondo cui sono proprio i giovani e i bambini le categorie più a rischio di gravi ferite o contusioni in caso di incidente, in particolare se si considera che solo il 21% di chi ha meno di 16 anni si protegge regolarmente il capo. In caso di grave trauma, queste persone e i loro famigliari rischiano di essere penalizzati a vita.

Guida autonoma

Il plenum ha adottato anche decisioni relative ai veicoli automatizzati. Secondo l’esecutivo, simili mezzi possono incrementare la sicurezza stradale, fluidificare il traffico e ridurre le emissioni ambientali, aprendo nuove opportunità per l’economia e i servizi di trasporto. Con la revisione della legge, si vuole quindi permettere la guida autonoma in Svizzera, creando un apposito quadro normativo.

Il Consiglio federale potrà stabilire in che misura i conducenti saranno dispensati dai loro obblighi e a quali condizioni potranno essere immatricolati i veicoli autonomi privi di pilota. L’Ufficio federale delle strade avrà inoltre la facoltà di autorizzare e finanziare sperimentazioni con tali veicoli.

Circa i veicoli autonomi senza conducente, in futuro potranno circolare solo su tratti prestabiliti e sotto sorveglianza di un operatore. Il plenum ha deciso di non limitare la circolazione solo su autostrade e semiautostrade, o strade secondarie a traffico lento o poco intenso.

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