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La Svizzera è nel Consiglio di sicurezza dell’ONU

uono e donna applaudono
Un nuovo importante passo nel ruolo diplomatico della Confederazione nel mondo. Il presidente elvetico Ignazio Cassis e l'ambasciatrice elvetica all'ONU Pascale Baeriswyl hanno accolto la notizia con un applauso. © Keystone / Alessandro Della Valle

La candidatura della Confederazione è stata accettata con 187 voti (su 193). Una nuova tappa per la Svizzera, a quasi 20 anni dalla sua entrata nelle Nazioni Unite, il cui mandato sarà valido per il 2023 e 2024.

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a New York mercoledì sera, che si tratta del culmine di quasi 15 anni di sforzi, da quando i primi preparativi per la candidatura sono stati ufficializzati poco più di dieci anni fa. Insieme alla conferenza sull’Ucraina di Lugano che si terrà a inizio luglio, ha inoltre aggiunto, questo passo rappresenta “un capitolo importante” della diplomazia elvetica. 

Cassis e i leader degli altri quattro Paesi candidati (Malta, Giappone, Ecuador e Mozambico), hanno discusso già mercoledì su come lavorare insieme all’interno del più grande organo delle Nazioni Unite. 

Sono quindi mesi importanti quelli che attendono la Confederazione, la cui entrata sarà effettiva dal 1. gennaio 2023: “La Svizzera si trova in questo momento in un capitolo importante della sua storia in termini di politica estera”, ha aggiunto il presidente.

Cos’è il Consiglio di sicurezza dell’ONU?

Il compito del Consiglio di sicurezza dell’ONU è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Spetta a questo organo rivolgersi alle parti in causa affinché risolvano pacificamente le controversie, raccomandando le modalità di composizione giudicate appropriate. In certi casi, inoltre, può imporre sanzioni o autorizzare l’uso della forza per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionale.

Del Consiglio di sicurezza dell’ONU fanno parte 5 Paesi membri permanenti con diritto di veto (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, vincitori della Seconda Guerra mondiale) e 10 non permanenti che sono designati dall’Assemblea generale per un periodo di 2 anni.

La Svizzera si è candidata nel 2011 e da allora il dibattito sul tema è stato intenso: molte le voci critiche, in particolare da parte dell’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista). Il Parlamento ha dal canto suo sempre sostenuto il Governo.

L’Esecutivo ha dal canto suo già fatto sapere quali saranno le priorità nel corso del mandato esercitato dalla Confederazione: promozione della pace, tutela delle popolazioni civili negli scenari di conflitto armato, impegno per la sicurezza climatica e rafforzamento dell’efficienza dello stesso Consiglio di sicurezza. Per quanto riguarda il Parlamento, l’idea è quella di coinvolgere le commissioni di politica estera delle Camere attraverso periodiche relazioni sulle iniziative della Confederazione.

Con questo seggio, ritiene il Governo, la Confederazione potrà perseguire i suoi interessi e il suo riconosciuto impegno a sostegno della pace, dei diritti umani, del multilateralismo e dell’aiuto umanitario. La Svizzera, finora, è stata presente in tutti i principali organi delle Nazioni Unite. Ora è la volta del Consiglio di sicurezza. 

Cassis: “Fidatevi di noi”

“Vogliamo mettere a frutto il know-how svizzero per promuovere la pace nel mondo, far conoscere i nostri valori e, in veste di Paese neutrale, contribuire a soluzioni di compromesso”, ha dichiarato Ignazio Cassis dopo l’elezione. ” Vogliamo essere parte della soluzione con la nostra tradizione umanitaria. Crediamo di poter dare un contributo. Fidatevi di noi”.

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“Siamo onorati. Adempieremo il mandato con rispetto e siamo pronti ad impegnarci in modo costruttivo e ad assumerci le nostre responsabilità all’interno del Consiglio di sicurezza”, si legge in una nota diffusa dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nella giornata di giovedì. 

187 voti su 193 è un risultato storico: dall’adesione del Paese all’ONU nel 2002 nessuno Stato appartenente al gruppo dell’Europa occidentale è stato eletto con un risultato migliore. “Si tratta di un segnale forte di sostegno e di fiducia da parte della comunità internazionale nei confronti del nostro Paese”, prosegue il comunicato del DFAE. 

Non sono tardate a giungere nemmeno le reazioni dei partiti. L’UDC, contrario all’entrata elvetica nel Consiglio, ha twittato: “Oggi la Svizzera ottiene un seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Questo organismo di superpotenze decide chi va in guerra e chi in pace. Gli altri partiti ci stanno trascinando in conflitti esteri”.

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Soddisfatti, invece, i Verdi Liberali: “La Svizzera può lavorare attivamente per la pace”, ha scritto il gruppo. Una notizia accolta con piacere anche dal Partito Socialista – “La Svizzera può fornire un importante servizio alla comunità internazionale grazie alla sua esperienza nella politica internazionale e umanitaria e al suo impegno per il multilateralismo” – e dai liberal-radicali – “L’elezione nel Consiglio di sicurezza dell’Onu consente alla Svizzera di rafforzare la propria immagine di garante della pace e del diritto internazionale”.

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