La Confederazione si è classificata al 12° posto in un sondaggio annuale sulla libertà di stampa, con un leggero progresso rispetto al punteggio dell'anno scorso, ma non è ancora tornato alla posizione che occupava prima della pandemia.
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Keystone-SDA/dos
La progressione elvetica dal 14° al 12° posto è dovuta in gran parte alla fine dell’emergenza sanitaria, ha dichiarato mercoledì il gruppo Reporter senza frontiereCollegamento esterno (RSF), che ha stilato la classifica. Più precisamente, ha significato la fine di “un clima senza precedenti di intimidazione, ostilità e persino violenza fisica da parte degli oppositori alle misure pandemiche”, che aveva spinto il punteggio svizzero verso il basso nel 2022.
La nota solo “soddisfacente” della Svizzera è causata da diversi fattori. In primo luogo, una legge approvata dal Parlamento nel 2022 ha reso più facile per le persone fisiche o le aziende presentare ingiunzioni per impedire una pubblicazione imminente sulla stampa (o la messa in onda di un servizio TV, radio oppure online), se ritengono che li riguardi. In passato era necessario dimostrare che un tale articolo avrebbe causato loro un danno considerevole.
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Inoltre, giornaliste e giornalisti svizzeri rischiano una pena detentiva fino a tre anni se riferiscono di aver utilizzato dati bancari trapelati o rubati, anche se verificati e di interesse pubblico.
Secondo Reporter senza frontiere, anche il fatto che la situazione economica di molti media rossorociati sia precaria può avere un impatto negativo sulla diversità delle opinioni. L’organizzazione ha citato in particolare la bocciatura da parte dell’elettorato elvetico, lo scorso anno, di un pacchetto di aiuti statali per la stampa e i media online.
Norvegia, Irlanda e Danimarca sono in cima alla classifica nel 2023; Vietnam, Cina e Corea del Nord la chiudono. L’Italia si trova al 41esimo posto: meglio di Croazia (42esima), Stati Uniti (45) o Giappone (68), ma peggio di Trinidad e Tobago (30), Macedonia del Nord (38) o Montenegro (39). Nel complesso, la libertà di stampa è considerata “buona” o “soddisfacente” in 52 Paesi. È considerata “difficile” in 42, “molto grave” in 31 e “problematica” in 55. Globalmente, quindi, la situazione è tutt’altro che rosea: “l’ambiente per il giornalismo è “cattivo” in sette Paesi su dieci, e soddisfacente solo in tre su dieci”, si può leggere nell’analisi di RSF.
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