Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un'indagine sull'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS Group, sostenuta dallo Stato.
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Reuters/Keystone-ATS/ts/mrj
L’MPC sta esaminando potenziali violazioni del diritto penale svizzero da parte di funzionari governativi, autorità di regolamentazione e dirigenti delle due banche, che hanno concordato una fusione d’emergenza il mese scorso.
Vi erano “numerosi aspetti degli eventi relativi al Credit Suisse” che giustificavano un’indagine e che dovevano essere analizzati per “identificare eventuali reati che potrebbero rientrare nella competenza dell’MPC”, ha aggiunto il rapporto.
Il procuratore generale Stefan Blättler ha emesso una serie di “ordini di indagine” agli organi governativi e il suo ufficio è in contatto con COnfederazione e cantoni e probabilmente cercherà di interrogare i funzionari chiave in relazione all’acquisizione.
Il 19 marzo UBS ha accettato di acquistare la rivale Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri, in un accordo studiato dal Governo elvetico, dalla Banca nazionale svozzera (BNS) e dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) per evitare un crollo del sistema finanziario del Paese.
Domenica la SonntagsZeitung ha riferito che la nuova megabanca nata dalla fusione forzata è destinata a ridurre la sua forza lavoro globale del 20-30% (25’000-36’000 posti di lavoro). Solo in Svizzera sarebbero interessati fino a 11’000 impieghi.
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La megabanca nata dall’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS sarebbe pronta a ridurre la sua forza lavoro nel mondo del 20-30%.
L’apertura di un’inchiesta di questo tipo non è un segnale incoraggiante, secondo Carlo Lombardini, avvocato e professore di diritto bancario presso l’Università di Losanna. “È una notizia molto interessante che ha sorpreso e bisognerebbe capire esattamente quali sono gli elementi che il Ministero pubblico della Confederazione dispone che gli permettono di considerare l’apertura di un atto istruttorio”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera Italiana RSI. “Trovo che in una situazione già confusa dove onestamente la Svizzera non si è coperta di gloria”, ha aggiunto, “i guai giuridici di questa vicenda iniziano adesso. Questa notizia non dà un segnale molto incoraggiante. Per valutarla precisamente bisognerebbe conoscere la gravità di quanto successo. Non vorrei che tutto questo finisse in un niente, perché finiremmo di ridicolizzarci agli occhi del mondo intero”.
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