L’Unione sindacale svizzera rivendica aumenti salariali fino al 5%
È giunta l'ora di adeguare i salari alla crescita del costo della vita: l'organizzazione che raggruppa 20 sindacati elvetici chiede aumenti nella busta paga tra il 4 e il 5%.
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Keystone-ATS/mar
“Chiediamo un minimo di equilibrio, si potrebbe anche parlare di un minimo di decenza comune”, ha dichiarato Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS), citato in un comunicatoCollegamento esterno.
Durante la conferenza stampa organizzata venerdì a Berna, i dirigenti dell’organizzazione sindacale hanno sottolineato le difficoltà cui devono far fronte i salariati e le salariate, con i prezzi, in particolare per l’elettricità e il riscaldamento, che stanno aumentando, così come i premi per la cassa malattia obbligatoria, per i quali è previsto un ennesimo salasso (si attende un aumento del 5-10%).
E questo in un momento in cui “l’economia svizzera gira a pieno ritmo”, fa notare l’USS.
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Il capo economista dell’USS Daniel Lampart ha insistito sull’evoluzione positiva di alcuni parametri congiunturali: una crescita del prodotto interno lordo del 2,5% nel 2022 e dell’1,9% nel 2023, una progressione delle esportazioni dell’11,5% nella prima metà dell’anno, un tasso di disoccupazione del 2% – “il livello più basso degli ultimi 20 anni” – e dividendi e riacquisti di azioni “a un livello storicamente elevato”.
“E per quanto riguarda i dipendenti e le famiglie?”, ha chiesto Pierre-Yves Maillard. “Se non adeguiamo i salari alla realtà dell’aumento del costo della vita con questi dati, quando lo faremo?”.
Maillard ha pure sottolineato la singolarità della situazione attuale, dopo due anni di crisi pandemica completamente inedita. Facendo sacrifici, i lavoratori hanno fatto la loro parte: ora tocca all’economia e allo Stato fare la loro.
Per questa ragione, l’USS chiede aumenti salariali del 4-5%. Questo include la compensazione dell’inflazione, un aumento dell’1% dei salari reali e il recupero di un ritardo nella progressione degli stipendi.
Nell’interesse della “pace sociale”
Maillard ha fatto appello al “buon senso” nell’interesse della “concordia nazionale e della pace sociale”. A suo avviso, la Covid-19 non può essere utilizzata per dare priorità alla ripresa economica. Nei settori della ristorazione, degli alberghi e dei parrucchieri, che sono stati colpiti dalla pandemia, i salari sono stati adeguati, con un aumento dei salari reali. “Se è possibile per loro, deve essere possibile ovunque”.
Maillard vuole anche che lo Stato compensi in parte l’incombente crisi del potere d’acquisto, parlando di un “rischio di impoverimento senza precedenti”. Oltre all’aumento del costo della vita, il socialista ha criticato il fatto che ai dipendenti sia chiesto di lavorare ancora di più di notte e di domenica.
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