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L’ex ceo di Credit Suisse alla testa dell’opposizione ivoriana

Tidjane Thiam
Tidjane Thiam, ai tempi della sua esperienza alla testa di CS. © Keystone / Ennio Leanza

Tidjane Thiam, che ha guidato per cinque anni la banca elvetica, sarà il probabile candidato del Partito democratico alle presidenziali del 2025 nel suo Paese.

In Svizzera il banchiere africano era uscito di scena tra le polemiche, per i suoi metodi ritenuti irrituali. Ma la sua carriera è destinata a proseguire nel mondo della politica.

Tidjane Thiam è stato infatti designato presidente del Partito democratico della Costa d’Avorio (PDCI), la principale formazione d’opposizione.

Con l’elezione di Tidjane Thiam, a 61 anni, un’età considerata giovane per ricoprire un’alta carica politica nel Paese, il PDCI ringiovanirà la propria immagine.

La nomina proietta verso le prossime elezioni presidenziali del 2025 l’ex banchiere.

Propositi di rivincita

L’ex leader del PDCI, Henri Konan Bédié, presidente della Costa d’Avorio dal 1993 al 1999, è morto in agosto all’età di 89 anni e non escludeva di candidarsi alle presidenziali del 2025.Il partito, che punta a tornare al potere tra due anni, venerdì sera si è anche offerto di sostenere Thiam in vista di una candidatura per il 2025.“Il 2025 sarà un anno elettorale cruciale per il nostro partito e dobbiamo essere pronti. Dobbiamo prepararci per questa scadenza a partire da domani mattina”, ha dichiarato venerdì sera Thiam tra gli applausi del pubblico.Lo scandalo dei pedinamentiHaig Simonian, giornalista indipendente ed ex corrispondente in Svizzera del “Financial Times”, aveva commentato a questo modo nel 2020, l’uscita di scena da Credit Suisse di Tidjane Thiam.Per Simonian l’addio del CEO di Credit suisse Tidjane Thiam fu il risultato di un “lungo conflitto” tra il numero uno del CdA Rohner appunto e il manager ivoriano.A stupire semmai è che alla fine a dover lasciare fu proprio Thiam, che sembrava avesse l’appoggio di grossi azionisti e non solo. Lo scandalo dei pedinamenti, iniziato con la scoperta della sorveglianza decisa nei confronti dell’ex manager della banca Iqbal Kahn, ha “giocato un ruolo molto importante”.Thiam si è sempre difeso dicendo di non aver mai saputo nulla di questi pedinamenti ma è una versione “a cui pochi hanno creduto”.E poi, aggiunge il giornalista britannico da anni attento osservatore della nostra piazza finanziaria, se è vero che Thiam “ha ottenuto buoni successi nei 5 anni alla guida dell’istituto (la redditività della banca è cresciuta)” c’è da considerare anche “uno stile che non è mai passato molto bene, lontano dalla cultura bancaria elvetica”.

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