Jasmine Trinca: "Mi piace interpretare donne fallibili"
Tra le protagoniste del festival del film di Zurigo, che si chiude domenica, c'è stata anche l'attrice italiana Jasmine Trinca, che ha interpretato Maria Montessori nel film "La nouvelle femme".
Fra le prime internazionali presentate al Zurich Film Festival c'è stato anche il film "La nouvelle femme", incentrato sulla figura di Maria Montessori, interpretata da una delle attrici italiane di maggior successo in questo momento: Jasmine Trinca.
Il film, che racconta la storia della celebre pedagogista e dottoressa italiana, che ha sviluppato un metodo educativo che pone il bambino e i suoi ritmi al centro del processo di apprendimento, uscirà nelle sale tra qualche mese. "Quando ho incontrato Léa Todorov, la regista del film, lei mi ha parlato di un film che partiva dalla Montessori, ma che provava a raccontare una forma di sorellanza fra due donne", ha dichiarato Trinca ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI.
A inizio '900 la dottoressa Maria Montessori riceve infatti una donna, celebre nel demi-monde parigino, fuggita a Roma per nascondere la figlia con problemi cognitivi. "Due donne che sono molto differenti fra di loro, ma che arrivano ad avere una forma di sorellanza e di empatia. Mi piaceva questa idea di portare un aspetto nuovo su una figura classica", prosegue la 42enne romana.
La figura storica di Maria Montessori è una figura complessa, aggiunge: la pedagogista, per potersi affermare in un mondo maschile e portare avanti la sua missione di riformare la scuola, dovette tenere nascosto un figlio avuto al di fuori del matrimonio: "Lei in qualche modo si è trovata a dover scegliere fra la sua vita privata - cioè assumere di essere una madre single - e il suo ruolo pubblico. Ha fatto una scelta molto particolare. Ha rinunciato a una maternità privata per una maternità pubblica". Pubblica perché con il suo lavoro ha continuato a occuparsi di bambini.
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Una figura, come detto, complessa, che è un fil rouge di molte donne interpretate da Trinca nel corso della sua carriera. Complesse, ma anche fragili e combattive. "Mi è sempre piaciuto, quando ho potuto farlo, scegliere delle donne fallibili, che non sono sempre le brave madri che tutti ci aspettiamo, ma che raccontano in quel loro essere madri la loro difficoltà. Ecco, provare a raccontare al pubblico che il femminile può essere tutto: può essere forte, può essere fragile, tutto è possibile, tutto è lecito - come in questo caso la scelta della Montessori - è la cosa che mi piace fare di più".
Quella che è una delle attrici italiane più premiate degli ultimi anni (due David di Donatello, numerosi Nastri d'argento, riconoscimenti a Venezia e a Cannes), dice che i premi la tranquillizzano, in un certo senso: "Ogni tanto quando arrivano i premi mi dico che ci dev'essere qualcosa che mi sfugge, ma che comunque funziona. Ecco, i premi mi danno soltanto un po' più di pace rispetto al tormento che mi porto sempre un po' appresso rispetto a quello che faccio. Penso, però, che sia importante, perché accontentarsi o essere pieni di sé, quello sì che è un grande peccato".
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