Intrusione a Palazzo federale, archiviato il procedimento penale
Palazzo federale era stato evacuato lo scorso 14 febbraio.
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L'uomo che lo scorso 14 febbraio cercò di entrare a Palazzo federale, causando scompiglio e facendo scattare l'evacuazione, aveva problemi psichici.
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Keystone-ATS/mrj
Non è un terrorista né un estremista, ma una persona con problemi psichici che in realtà non rappresentava alcun pericolo: è stato archiviato il procedimento penale nei confronti del vallesano che lo scorso 14 febbraio aveva cercato di entrare a Palazzo federale.
L’individuo si era presentato in tenuta da combattimento, facendo scattare anche l’allarme per la presenza di esplosivi e provocando l’evacuazione generale dello stabile con un intervento in grande stile della polizia.
Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha deciso per il non luogo a procedere lo scorso 4 aprile: la notizia pubblicata dal quotidiano Blick è stata confermata dalla stessa Procura federale. Stando alla ricostruzione della testata zurighese le trascrizioni degli interrogatori mostrano che l’uomo – poi affidato a un istituto di cura – voleva chiedere alla consigliera federale Viola Amherd se poteva entrare nell’esercito, da cui era stato escluso per motivi mentali. Voleva in tal modo proteggere la Svizzera, perché preoccupato dalla guerra in Ucraina.
Il personale di sicurezza aveva effettuato un controllo sull’uomo e il test sugli esplosivi aveva dato esito positivo. Visto che l’individuo aveva con sé anche la chiave di un’auto gli agenti avevano sospettato che in zona fosse presente una vettura che rischiava di saltare in aria. La sede del Governo elvetico era quindi stata fatta evacuare. L’episodio aveva inseguito fatto sollevare interrogativi sulla preparazione delle forze dell’ordine in queste situazioni
Tuttavia né la perquisizione dell’auto del sospettato né la successiva visita al suo domicilio avevano rivelato alcuna prova che l’uomo fosse in possesso di esplosivi o che agisse con intenti criminali. Inoltre un secondo tampone per esplosivi, effettuato il giorno seguente, aveva dato esito negativo. L’uomo aveva dichiarato di non essere mai entrato in contatto con gli esplosivi: a suo avviso le tracce trovate su di lui potevano provenire dagli abiti militari che aveva acquistato di seconda mano.
Il giovane non dovrà affrontare ulteriori conseguenze legali e riceverà inoltre un risarcimento di 2’387 franchi per le spese di procedimento e 200 franchi a titolo di indennizzo per torto morale.
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