Decidere di vaccinarsi può evitare a una donna e sopratutto al bambino che porta in grembo problemi di salute anche gravi in caso di contagio da Covid-19, stando a osservazioni fatte allo CHUV di Losanna e a uno studio dell'Università di Edimburgo.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
La gravidanza, si sa, è un periodo delicato, sia per la mamma che per il bambino. I rischi, poi, sono aumentati con la diffusione del Covid-19. Se le complicazioni sono state finora rare, con la diffusione della variante Omicron sembrano essere in aumento.
L’allarme arriva dall’ospedale universitario di Losanna (CHUV): nella Svizzera romanda SARS-CoV ha causato la morte di diversi embrioni e cinque bambini sono nati con gravi lesioni cerebrali. A dirlo ai microfoni della RSI è David Baud, medico di servizio al CHUV: “Abbiamo avuto cinque madri che hanno presentato una riduzione del movimento fetale circa una settimana dopo i primi sintomi materni. Tutte queste madri avevano sintomi abbastanza lievi: raffreddore, tosse, febbre lieve”.
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Nelle donne incinte che contraggono il Covid-19, infatti, la placenta si può infiammare e infiammandosi ridurre o interrompere l’apporto di ossigeno al feto.
Il professor Baud si dice preoccupato, poiché è stato osservato un aumento dei casi. Ora sono state prese delle misure per monitorare l’evoluzione della condizione delle donne incinte. Il dottore, inoltre, sottolinea che non sono stati registrati casi gravi né per il feto né per la madre nel caso in cui quest’ultima è vaccinata.
La conferma scozzese
Una conferma a quanto osservato al nosocomio romando arriva dalla Scozia: una ricerca coordinata dall’Università di Edimburgo e i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Medicine (qui potete leggere lo studio completo in ingleseCollegamento esterno), dimostra che la vaccinazione in gravidanza può evitare pericolose complicazioni nella mamma e prevenire eventi potenzialmente letali nel nascituro. Lo studio scozzese si è concentrato su 4’950 casi di Covid-19 in gravidanza verificatisi tra dicembre 2020 e ottobre 2021. Complessivamente 823 donne (il 16,6%) hanno avuto bisogno del ricovero e 104 della terapia intensiva (il 2,1%). Il periodo a maggior rischio è risultato essere il terzo trimestre: nessuna gestante al primo trimestre ha avuto bisogno delle cure in terapia intensiva, contro il 2% di quelle al secondo e il 4,3% di quelle al terzo.
La ricerca ha mostrato che a fare la differenza, però, è soprattutto lo stato vaccinale: tra le donne non vaccinate quasi una su cinque (19,5%) ha dovuto essere ricoverata, mentre questa percentuale scende all’8,3% per chi aveva ricevuto una sola dose di vaccino e al 5,1% per chi le aveva ricevute entrambe. Il 2,7% delle non vaccinate ha avuto bisogno delle terapie intensive, contro lo 0,2% delle vaccinate con una o due dosi).
Per quanto riguarda i nascituri, le differenze fra stati vaccinali si fanno ancora più marcate. I feti corrono maggiori rischi se la mamma contrae il Covid-19 negli ultimi 28 giorni della gestazione. Lo studio ha censito 2’364 bambini: 241 di questi (il 10,2%) sono nati prima del termine. Si sono inoltre verificate 11 morti in utero dopo la 24esima settimana e otto decessi nel primo mese dopo la nascita. Nel caso di questo studio, viene inoltre segnalato, tutti i decessi hanno riguardato figlie e figli di donne che non erano state vaccinate.
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