Per la prima volta nella storia, alla tradizionale festa zurighese che celebra l’inizio della primavera hanno sfilato, per le corporazioni, anche delle donne.
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Arrivata in Svizzera all’età di 6 anni, mi sono diplomata in letteratura inglese, letteratura italiana e giornalismo all’Università di Neuchâtel per poi lavorare come giornalista online, appassionandomi di temi climatici e culturali. Iniziali: mrj
Sin dal XIV secolo le corporazioni hanno dettato i ritmi della città di Zurigo e anche se non hanno più nessun potere politico, continuano a sfilare ogni anno in occasione del tradizionale corteo primaverile SechseläutenCollegamento esterno. Da qualche anno questo evento viene criticato a causa del suo elitarismo, poiché è sempre stato maschile al 100%. Critiche che questa volta vengono smorzate da un’apertura storica: oggi – terzo lunedì di aprile, come da tradizione – sono sfilati 7’000 membri delle corporazioni in costumi storici e tra di loro c’erano anche una ventina di donne. Domenica si è tenuta invece la sfilata dei 2’000 bambini (e bambine: niente discriminazioni tra i più piccoli).
Per ora l’unica corporazione ad aver aperto le sue fila a rappresentanti femminili è la Zunft zur Meisen, ossia la corporazione di mercanti di vino, locandieri, sellai e pittori, oggi la corporazione degli albergatori. Si tratta della più grande della città, con i suoi 230 membri e 40 azionisti. Il Zunftmeister (capo della corporazione) Gustav von Schultess aveva spiegato in un’intervista del 2021 al quotidiano NZZ che la decisione di questa apertura è stata presa per mettersi al passo con i tempi: “Le donne non sono più relegate ai ruoli casalinghi da tempo ormai. Sono protagoniste della vita politica ed economica e oggi escluderle non ha nessun senso”. È anche un modo, aveva aggiunto, per onorare i valori della corporazione, che si vuole liberale e familiare (le giovani donne, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che si sono annunciate sono infatti figlie dei membri della Zunft).
Periodo di transizione di cinque anni
Il 2023 segna così l’inizio di un periodo di transizione di cinque anni, che servirà agli organizzatori per capire se c’è un interesse da parte delle donne a partecipare all’evento. Ma serve anche a non scuotere in maniera troppo brusca le abitudini dei più anziani. Si tratta infatti di un tema delicato per i difensori della tradizione e alcune corporazioni sono più favorevoli di altre a questa evoluzione.
Sfogliando immagini delle edizioni passate, di volti femminili (pochi) se ne vedono, ma si trattava di invitate d’onore oppure di donne relegate al ruolo di portatrici di bouquet.
Il Böög ci dirà come sarà l’estate (se indovina)
La Sechseläuten è una tradizione centenaria che celebra l’inizio della primavera a Zurigo. Oltre alla presenza dei membri delle corporazioni in costumi storici, l’evento è caratterizzato da bande musicali, cavalli, fiori, bandiere e dal famoso Böögg. Il “bambolotto” di 3,4 metri di altezza è ormai il protagonista indiscusso della manifestazione: quando la chiesa di Grossmünster, simbolo della città sulla Limmat, suona le sei in punto (Sechseläuten significa “campane delle sei”), al “pupazzo di neve” viene dato fuoco, a simbolizzare la fine dell’inverno.
Si dice che prima esplode la sua testa (riempita di fuochi d’artificio), più bella sarà l’estate. Se capita nei primi sei minuti, sarà un’estate molto calda e soleggiata. Dai sei ai dieci minuti indicano un’estate nuvolosa, dai 10 ai 15 un’estate piovosa e oltre i 15 minuti indicano un’estate tendente al freddo. Nel 2003, anno della canicola, le previsioni sono state giuste (la testa è esplosa dopo 5 minuti e 42 secondi). L’anno scorso, invece, lo scoppio è avvenuto dopo un’attesa di 37 minuti e 59 secondi. Nel corso dell’estate 2022, però, sono stati polverizzati anche i record di caldo del 2003.
Le corporazioni: dalla politica al “networking”
Torniamo alle corporazioni. La tradizione risale al XIV secolo, quando, dopo un periodo di stallo, la popolazione del continente europeo stava riprendendo a crescere. Con essa anche il commercio e i trasporti e nelle città mercantili, tra le quali anche Zurigo, iniziavano a nascere associazioni di mercanti e artigiani con lo scopo di difendere i loro interessi. Gruppi che, non soddisfatti del Governo in carica composto da cavalieri e da ricchi borghesi, lo rovesciarono nel 1336 e presero in mano le redini della città, instaurando un nuovo sistema politico. Un “regime corporativo”, che dava alle corporazioni (Zünfte) potere decisionale, che rimase in vigore fino all’arrivo di Napoleone nel 1798. Perso il potere, rimase però la tradizione, tramandata fino a oggi.
Attualmente ci sono 26 corporazioniCollegamento esterno, che contano dai 100 ai 250 membri nominati a vita. Come detto, fino a ora erano tutti uomini, appartenenti a tutte le categorie di età (dai 15 ai 90 anni). La loro funzione è… poco chiara anche ad alcuni degli stessi membri. A dirlo, sorridendo, in un’intervista rilasciata al quotidiano romando Le Temps, è François Guex, storico dell’arte, archeologo e membro della corporazione dei sarti: “Se chiedete ai membri delle Zünfte quali valori difendono, non è detto che sappiano rispondere in maniera precisa”. In genere i membri fanno parte della borghesia e si accede più facilmente se si hanno legami di parentela. Le “new entry”, però, non sono escluse a priori. La loro funzione, oggi, è quella di “networking”: “A livello professionale può essere d’aiuto far parte di una corporazione. Questa fornisce un’importante rubrica d’indirizzi”. Se si devono fare dei lavori a casa, per esempio, prima si consulta la lista di persone della propria corporazione: “Ci fidiamo gli uni degli altri”, dice Guex.
L’adesione, almeno per quanto riguarda la corporazione dei sarti (Zunft zur Schneidern), non è un affare semplice: si può cominciare a partecipare alle riunioni intorno ai 15 anni e, dopo una regolare frequentazione di questi incontri, all’età di 27-28 anni, si può diventare soci: “Vogliamo membri veramente attivi”, afferma lo storico dell’arte, che però ci tiene a sottolineare che non c’è nessuna tassa d’iscrizione.
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