Il monastero di Mustair ‘fondato’ da Carlo Magno
Situato ai piedi delle Alpi svizzere, sul confine italo-elvetico, il convento di San Giovanni di Mustair offre uno sguardo unico sul Medioevo, che nel 1983 l'Unesco ha riconosciuto come Patrimonio mondiale. Ora un'esposizione ripercorre la sua storia.
Situata all’estremità orientale delle Alpi svizzere, dietro i ghiacciai dello Stelvio e a pochi passi dal Tirolo, la Valle Monastero ha fondato per secoli la sua economia sull’agricoltura e il transito dai passi.
La leggenda racconta che Carlo Magno, di rientro dalla sua incoronazione a re dei Longobardi nel 774, riuscì a sopravvivere a una bufera di neve e in segno di gratitudine fondò il convento di San Giovanni. Müstair si trovava infatti in una posizione strategica per le sue ambizioni di espansione ad est, verso la Baviera.
Come ogni leggenda, anche questa sembra avere un fondo di verità: le travi in legno inserite nella struttura originaria della chiesa risalgono proprio al periodo in cui l’imperatore percorse la Valtellina e attraversò il passo dell’Umbrail dopo aver conquistato il regno longobardo. Da allora la figura dell’imperatore è venerata come quella di un santo a Müstair. La sua statua si erge fiera a fianco del crocifisso, quale guardiano della chiesa.
Sin dall’inizio il convento è stato decorato con pitture murali e vetrate policrome, segno evidente di un periodo di prosperità e rinascita culturale. «Bisogna immaginare la chiesa come un locale semplice, con pareti lisce e un soffitto piatto, interamente dipinto», spiega Elke Larcher. I pilastri, la volta e il matroneo furono aggiunti solo nel 1492.
Gli affreschi carolingi (VIII e IX secolo) ricoprivano interamente le pareti della chiesa e illustravano la storia della redenzione. Intorno al 1200 tutta la parete orientale fu completamente decorata con un nuovo strato di affreschi, più dinamico e fantasioso rispetto al passato, ma caratterizzato dagli stessi contenuti iconografici.
Müstair fu prima di tutto un centro destinato a consolidare la cristianità e a propagare il modello monastico. Oggi non è soltanto un punto di riferimento turistico, ma anche un luogo di pellegrinaggio. Un modo diverso di concepire il viaggio, lontano dal caos della vita moderna e alla ricerca di quel silenzio che ha il sapore del passato. Tra pitture medievali e litanie benedettine, resta soltanto la meridiana a scandire il tempo nel convento di Müstair.
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