Il dittatore fascista ricevette il riconoscimento nel 1937
Ap1943
Nonostante sia stata un “grave errore”, l’Università di Losanna (UNIL) non revocherà la laurea honoris causa conferita a Benito Mussolini nel 1937.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Il gruppo di lavoro istituito due anni fa per far luce sulle vicende che hanno portato al conferimento della laurea honoris causa a Benito Mussolini ha fatto sapere venerdì che una revoca di questo riconoscimento non è raccomandata. Propone invece quattro misure per guidare una “politica basata sulla memoria” che la direzione dell’ateneo losannese ha già accolto.
In primis, chiede l’apertura di un sito internet interamente dedicato alla vicenda, sul quale consultare il rapporto pubblicato oggiCollegamento esterno. Preconizza, in secondo luogo, lo sblocco di un fondo annuale per lanciare progetti di ricerca, “orientati verso lo studio dello sviluppo di ideologie totalitarie ispirate al fascismo e ai meccanismi di adesione a tali ideologie”. Tale misura potrebbe includere l’organizzazione di un convegno sul tema. Il gruppo propone poi l’istituzione di un premio di ricerca accademico o di un’attività culturale, sempre sulla stessa tematica. Infine, chiede l’attuazione di un atelier di mediazione scientifica a destinazione delle scuole dell’obbligo e superiori e del pubblico.
All’epoca, il titolo onorifico fu conferito al Duce “per aver concepito e realizzato in patria un’organizzazione sociale che ha arricchito la scienza sociologica e che lascerà un segno profondo nella storia”. Secondo i 15 esperti – persone provenienti dall’ambito della ricerca, della storia, dell’etica e giuriste e giuristi provenienti da sette facoltà diverse – questo dottorato costituiva una legittimazione di un regime criminale e della sua ideologia. Mussolini trascorse quasi due anni in Svizzera all’inizio del XX secolo e per alcuni mesi frequentò la facoltà di scienze sociali e politiche dell’UNIL.
Le motivazioni della decisione
Secondo il gruppo di specialiste e specialisti “la revoca del dottorato a Mussolini darebbe l’illusione che la decisione presa – con piena cognizione di causa – a suo tempo potrebbe essere ‘corretta’ oggi. Orbene, tale risposta resterebbe incompleta. La realtà dei fatti (un’università, in una situazione democratica ha onorato un fascista notorio) è indelebile, e lo stesso dicasi per la realtà materiale del diploma”.
In risposta al rapporto, la direzione dell’UNIL ha ribadito che consegnando il titolo onorifico al dittatore italiano, l’ateneo “è venuto meno alla sua missione e ai suoi valori accademici fondati sul rispetto dell’individuo e della libertà di pensiero”.
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