Il direttore del Bild al centro di uno scandalo
Per anni è stato fra i giornalisti più influenti in Europa. Ora, accusato di abusi sulle dipendenti in cambio di promozioni, Julian Reichelt è costretto alle dimissioni.
La vicenda ricalca il più classico dei cliché: un uomo ai comandi che abusa del proprio potere fino a condizionare i destini professionali dei propri sottoposti. Nella fattispecie, l’uomo è Julian Reichelt, 41 anni e da quattro direttore del giornale (o meglio, tabloid) più diffuso di tutta la Germania: quella Bild dai titoli urlati e dai contenuti che debordano spesso nello scandalistico. Contro Reichelt (finora considerato quasi un intoccabile nel mondo dei mass media tedeschi) accuse pesanti: sessismo e mobbing, accuse emerse dalle inchieste di due altri giornali, lo Spiegel tedesco (che già qualche mese fa aveva sollevato il problema) e il New York Times.
Numerose le testimonianze che inchioderebbero Reichelt e il suo sistema: sesso in cambio di promozioni. Reichelt non sarebbe accusato di aggressioni, ma di avere premiato (con promozioni e percorsi di carriera facilitati) le dipendenti che accettavano le sue avances. La logica del ricatto, insomma, che oggi più che mai, sulla scia del movimento Me too, risulta del tutto inaccettabile e stupisce possa ancora sussistere.
Come stupisce il comunicato diramato dalla Bild in occasione del siluramento del suo direttore: “Juian Reichelt non è stato capace di separare ambito privato e professionale”. Parole neutre e po’ troppo sibilline. A pompare la bufera mediatica questa volta ci hanno pensato gli altri giornali.
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