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Rafforzare il filo con la madre patria

Il Centro svizzero di Milano ha accolto i diciottenni svizzeri che vivono nel Nord Italia. Un’occasione per consolidare i legami che questi neo maggiorenni hanno con il loro paese d’origine.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 novembre 2017 - 16:47
Claudio Moschin e Daniele Mariani



In Italia vivono oltre 50'000 persone con il passaporto rossocrociato. Dopo Francia, Germania e Stati Uniti, l’Italia è il quarto paese con la più grande comunità di svizzeri espatriati. Un’emigrazione che spesso ha origini lontane: “Molti svizzeri sono ormai di seconda, terza o addirittura quarta generazione”, osserva il console generale di SvizzeraLink esterno a Milano Félix Baumann.

Il filo che lega le nuove generazione al loro paese d’origine è quindi sottile. Ed è proprio per cercare di dare maggiore solidità a questo filo che da alcuni anni il consolato e la Società svizzera di MilanoLink esterno organizzano al Centro svizzeroLink esterno una serata per accogliere i giovani svizzeri diciottenni. Ricevimenti simili sono previsti dalla nuova Legge sugli svizzeri all’estero e sono organizzati un po’ in tutte le rappresentanze diplomatiche elvetiche.

Una serata, quella di Milano, dai toni per nulla formali, durante la quale i neomaggiorenni – una cinquantina quest’anno – possono informarsi, tra le altre cose, sulle possibilità di studiare in SvizzeraLink esterno, sulle organizzazioni che vegliano sui loro interessi (Organizzazione degli svizzeri all’esteroLink esterno, Collegamento svizzero in ItaliaLink esterno, Unione giovani svizzeriLink esterno…), sui servizi consolari, sul servizio militare o ancora sul lavoro delle guardie di confine e sull’informazione a loro destinata. E naturalmente vengono sensibilizzati al fatto che maggiore età significa anche diritto di voto.

Ospite d’eccezione

Il clou della serata è però un altro: i giovani svizzeri possono infatti conoscere da vicino sportivi elvetici d’alto livello. Se l’anno scorso avevano avuto la possibilità di sfidare a calcio-balilla il giocatore della Juve e capitano della nazionale svizzera Stephan Lichtsteiner, quest’anno hanno potuto gareggiare su una mini-pista d’atletica con l’ostacolista Léa Sprunger.

L’atleta vodese ha evocato coi ragazzi i momenti forti della sua carriera, in particolare il bronzo nei 400m ostacoli agli europei di Amsterdam nel 2016 o ancora il quinto posto ai Mondiali di Londra nel 2017. E i momenti più difficili, le controprestazioni alle Olimpiadi di Rio nel 2016 e ai campionati europei indoor di Belgrado nel 2017.

L’atleta svizzera dell’anno (ha ricevuto per la prima volta questa onorificenza sabato 18 novembre, tre giorni dopo la serata a Milano) ha però soprattutto parlato della sua passione, di cosa significa essere atleta d’élite in un paese come la Svizzera e dei valori che può veicolare lo sport.



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