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Black list italiane, la Svizzera deve essere stralciata

Malgrado l’entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni in ambito fiscale, la Svizzera continua a figurare su una black list italiana per i privilegi fiscali accordati a determinate categorie di persone. Una situazione che non ha più ragione d’essere, sostiene il governo svizzero.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 giugno 2017 - 12:05
Daniele Mariani con agenzie
Il consigliere nazionale ticinese Giovanni Merlini, autore dell'interpellanza. Keystone

La Svizzera è stata stralciata dalla black list italiana dei paradisi fiscali. Tuttavia è ancora inserita nella lista nera del 1999 che riguarda le persone fisiche, per il trattamento fiscale riservato ai cosiddetti “globalisti”, ossia persone che risiedono in Svizzera ma le cui principali fonti d’entrate sono all’estero. In diversi cantoni svizzeri, queste persone possono avvalersi di un forfait fiscale. In pratica pagano una somma forfettaria al fisco calcolata sulla base di diversi parametri. Una soluzione, questa, introdotta recentemente anche dall’Italia.

In risposta a un’interpellanzaLink esterno in merito del parlamentare ticinese Giovanni Merlini, il governo svizzero ha indicato mercoledì di ritenere che la Confederazione debba essere stralciata da questa lista. Secondo il Consiglio federale, “dall’entrata in vigore del Protocollo che modifica la Convenzione di doppia imposizione (che instaura lo scambio automatico di informazioni in ambito fiscale, ndr) e sulla base di quanto è stato convenuto nella roadmap non sussistono più motivi per i quali la Svizzera debba figurare sulla lista del 1999”.

“Fondamentalmente – si legge nella risposta - questa lista non ha alcuna ripercussione diretta sulle imprese svizzere che intendono investire in Italia. Tuttavia, il Governo svizzero ritiene importante continuare ad adoperarsi affinché la Svizzera venga tolta da quest'ultima lista nera. Qualora gli sforzi in atto non dovessero sfociare in un risultato concreto, verranno valutate misure in linea con gli impegni internazionali della Svizzera”.

A quando la reciprocità fiscale?

In merito alla domanda di Giovanni Merlini su “quando saranno finalmente raggiunti la reciprocità fiscale con l'Italia e l'accesso ai suoi mercati finanziari”, il governo ricorda che la roadmap sottoscritta da Berna e Roma il 23 febbraio 2015 prevede un impegno politico per la prosecuzione del dialogo bilaterale sulle questioni finanziarie e fiscali. Tra gli obiettivi figurano il rafforzamento della cooperazione, il miglioramento dei rapporti tra i due Stati e lo sviluppo delle relazioni economiche bilaterali in un clima costruttivo.

In questo contesto, precisa il Consiglio federale, è stato possibile ottenere per la piazza finanziaria svizzera che i fondi italiani non dichiarati depositati in Svizzera potessero essere regolarizzati senza massicce fughe di capitali. Le discussioni sull'attuazione della roadmap continuano, conclude l'esecutivo, sia sulle questioni fiscali che sull'accesso al mercato per gli istituti finanziari.

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