Esportazione d’armi, la CEO di RUAG costretta alle dimissioni
Brigitte Beck aveva suscitato polemiche con le sue esternazioni a favore dell’esportazione di materiale bellico prodotto in Svizzera a favore dell’Ucraina.
La CEO Brigitte Beck lascerà Ruag MRO Holding, secondo quanto informa una nota, per "riorientarsi verso una nuova professione" un anno dopo aver assunto la guida dell'azienda attiva nel settore degli armamenti. A monte della decisione, ammette il comunicato del gruppo, va vista in relazione a esternazioni della scorsa primavera e alle polemiche che ne sono seguite.
In maggio, nel corso di una conferenza, la dirigente aveva chiesto pubblicamente a Paesi come la Germania o la Spagna di ignorare il veto di Berna alla riesportazione di materiale da guerra svizzero in Ucraina, deciso dall’Esecutivo in conformità con il principio di neutralità vigente nella Confederazione.
Il controverso appello, stando al settimanale NZZ am Sonntag, aveva suscitato l’irritazione del Dipartimento federale dell'economia (DEFR), guidato da Guy Parmelin, che aveva coinvolto sulla questione i colleghi di Governo.
Il CDA dell’azienda di proprietà della Confederazione ha avviato un’indagine interna che non ha rilevato violazioni né dal punto di vista penale né da quello sanzionatorio ma dal profilo politico le affermazioni della direttrice sono apparse per lo meno inopportune. La società e il Governo hanno quindi ritenuto necessario che Brigitte Beck passasse la mano.
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"Ho preso questa decisione per consentire alla Ruag di concentrarsi nuovamente su ciò che è veramente importante, ossia l'attività", afferma Beck nella nota.
Durante la fase di ricerca del nuovo CEO, l'incarico sarà coperto ad interim da Christian Piller, CFO, e Thomas Kipfer, responsabile della Business Area Air. Una scelta che viene definita di continuità durante la fase di transizione.
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