La televisione svizzera per l’Italia

Enzo Iacchetti: “Quando anch’io ero frontaliere”

Fu la vita a cavallo della frontiera, a metà anni Settanta, a stimolarlo a cambiare mestiere e dargli i primi spunti per canzoni e sketch

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La frontiera tra Italia e Svizzera, Enzo Iacchetti in arte Enzino, la conosce molto bene. Proprio dalla sua vita di frontaliere, impiegato presso un’agenzia di viaggi di Lugano, è partita quella scintilla che lo ha portato ad essere uno dei personaggi della televisione italiana più apprezzati degli ultimi 20 anni.

Il tempo passato dentro l’automobile in interminabili code per raggiungere il Ticino, alla metà degli anni ’70, hanno in qualche modo sviluppato nel comico di Maccagno, nel Luinese, il forte desiderio di cambiare lavoro ma anche una naturale propensione a osservare il prossimo, a “raccogliere” da esso quei particolari resi poi famosi in alcuni passaggi artistici delle sue canzoni bonsai o in altri skecth televisivi.

Il luinese racconta aneddoti noti e meno noti che tracciano bene la vita non solo sua ma di molti lavoratori italiani che in quegli anni attraversavano “la ramina”, come gli interminabili controlli da parte di intransigenti gendarmi svizzeri ed altrettanto fermi finanzieri italiani impegnati a bloccare ovunque il fenomeno del contrabbando, preoccupati per il noto clima di piombo delle grandi città italiane.

Enzino ha cominciato la sua carriera come attore e musicista proprio con un gruppo folk italo-ticinese, la “Poca Fera Band”, una sorta di “proto” Elio e Le storie tese, come ha dichiarato lo stesso Iacchetti che gli ha permesso di girare locali del Ticino con una sorta di folk blues in dialetto ticinese e lombardo.

Poi è nata la sua avventura in una radio libera di Lavena Ponte Tresa che offriva anche una sorta di “pubblico servizio” per i frontalieri, dove gli argomenti andavano dall’attualità locale alla politica, fino a tematiche che interessavano in quegli anni proprio i lavoratori italiani.

Da qui l’avvicinamento alla (allora) Radiotelevisione della Svizzera italiana che il comico ha definito una Tv dove è ancora possibile sperimentare e con la quale, magari “fra qualche decina di anni”, si potrebbe fare qualcosa insieme.

sdr

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