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Lo strano caso di Sorico

A Sorico, nel Comasco, negli ultimi dieci anni i sindaci sono stati vittime di gravi attacchi e fino all'ultimo non si è riusciti a trovare candidati alla carica di sindaco. E adesso sul comune plana lo spettro del commissariamento.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 giugno 2018 minuti
Romina Vinci, RSI News
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Il 10 giugno, in Italia, i cittadini di 783 comuni saranno chiamati alle urne per eleggere le nuove amministrazioni.  A balzare all'onore delle cronache, in questa tornata elettorale, è stato, nell'Insubria, il caso di Sorico, una cittadina del comasco a 25 chilometri dalla Svizzera. Poco più di un migliaio i suoi abitanti, ma a destare clamore è il fatto che, fino all’ultimo, non si è riusciti a trovare nuovi candidati alla carica di primo cittadino. Il motivo? Negli ultimi dieci anni, i sindaci in carica hanno subito dei pericolosi attacchi intimidatori, l’ultimo è toccato ad Ivan Tamola, attuale primo cittadino, che si è visto bruciare la macchina sotto casa, in piena notte, e per puro caso le fiamme non hanno invaso anche la sua abitazione.

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Un piccolo giallo che va a scalfire una provincia che ha puntato tutto sulla bellezza e la quiete dei suoi paesaggi, e che vuole rispedire al mittente le accuse che ci sia la mano della "criminalità organizzata" dietro questi attentati.

Il paese si divide, tra chi rilascia maliziosi sorrisi, quasi a sottintendere una verità che non può essere palesata, e chi si guarda intorno, allibito, perché vede questo piccolo angolo di paradiso improvvisamente marchiato e screditato dall’opinione pubblica.

Ed intanto, lo scorso 12 maggio, è stata depositata la candidatura di una sola lista, con a capo il sindaco uscente Ivan Tamola che, dal canto suo, lancia un appello ai suoi concittadini: quello di andare a votare perché, se non si raggiunge il quorum alle urne, il paese dovrà essere commissariato.

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