Biologa italiana scopre la larva mangia-plastica
Dal 1° maggio, in Svizzera, non si parla che di insetti: sono finalmente arrivati nei negozi di alimentari. La larva delle tarme della cera, invece, non fa notizia perché commestibile, ma per quel che mangia: è ghiotta della plastica usata per le buste e le pellicole alimentari. Potrebbe così aiutarci a smaltire rifiuti e fare del bene all’ambiente.
Finora, è stata utilizzata prevalentemente come esca dai pescatori, ma in futuro potrebbe ricoprire un ruolo importante per l’ecologia: la larva delle tarme della cera è una sorta di mangia-plastica.
Lo ha scoperto un’apicoltrice amatoriale e biologa dell’Istituto spagnolo di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria, Federica Bertocchini, che racconta: “Stavo pulendo le mie arnie quando vi ho trovato i parassiti. Così li ho messi provvisoriamente in un sacchetto di plastica che poco dopo era pieno di buchi!”
La ricercatrice si è quindi messa in contatto con alcuni collaboratori del dipartimento di Biochimica dell’Università di Cambridge e insieme hanno elaborato un esperimento.
“Abbiamo scoperto che queste larve possono biodegradare il polietilene, il materiale con cui sono fatte le bottiglie e i sacchetti. Per esempio, 100 vermi messi in una busta di plastica per 12 ore, possono divorarne 92 milligrammi.”
Una velocità notevole. Altri microrganismi in grado di digerire la plastica, come alcune specie di batteri, riescono a degradarne 0,13 milligrammi nell’arco di un’intera giornata.
Se ci fosse un unico enzima alla base del processo di biodegradazione da parte di questi parassiti, sarebbe possibile riprodurlo su larga scala.
Una scoperta potenzialmente rivoluzionaria, se si pensa che il processo di degradazione chimica di questo tipo di materiale può richiedere diversi mesi (e se lasciato in natura, fino a un secolo) per decomporsi completamente.
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