Dieci svizzero-palestinesi si trovano nella Striscia di Gaza
Il valico di Rafah, non controllato da Israele, è stato chiuso dagli egiziani, che non fanno passare nessuno.
Keystone / Mohammed Saber
Dieci cittadine e cittadini svizzero-palestinesi sono bloccati nella Striscia di Gaza e hanno chiesto aiuto alle autorità elvetiche.
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tvsvizzera.it/mrj
Sono 10 gli e le svizzero-palestinesi che si trovano nella Striscia di Gaza e alcuni di questi hanno chiesto aiuto alle autorità elvetiche, che sono in contatto con loro. Autorità che, però, come quelle di altri Paesi, sono confrontate con il blocco dei passaggi da e verso la Striscia. Per risolvere la situazione il presidente dell’associazione Svizzera-Palestina chiede a Berna di trattare anche con Hamas, se necessario.
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Israele ha chiesto negli scorsi giorni a circa un milione di persone che vivono nella Striscia di dirigersi verso sud e molte persone hanno raggiunto il valico di Rafah, che però è tenuto chiuso dall’Egitto. Hamas ha dal canto suo esortato la popolazione a non muoversi. Secondo l’ex parlamentare Geri Müller, profondo conoscitore della situazione a Gaza, è possibile che la presenza di binazionali nella Striscia sia usata da Hamas per ottenere contropartite, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI. Ed è proprio con Hamas che bisogna trattare, secondo lui, possibilmente chiedendo una tregua. “La soluzione potrebbe essere che la Svizzera – o altri Stati che hanno cittadini nella Striscia di Gaza o in Cisgiordania – trattino con Hamas”. Un tema estremamente controverso nella Confederazione: “La Svizzera aveva dei contatti, che ora si vuole interrompere [si riferisce al cambio di rotta del Consiglio federale che vuole designare Hamas come organizzazione terroristica, ndr]. Non è probabilmente il momento ideale”.
Sono solo tre le persone svizzero-palestinesi che si trovavano in Cisgiordania che hanno finora potuto lasciare i territori, mentre per chi è nella Striscia di Gaza servirà più tempo.
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