Con le nuove tecnologie è stato ricostruito il testo di un antico papiro distrutto dal Vesuvio.
vesuvius challenge
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tvsvizzera.it con RSI (TG)
L’uso di tecnologie avanzate ha reso di nuovo decifrabile un papiro carbonizzato a Ercolano dopo l’eruzione del Vesuvio del 79.d.C. Alla scoperta ha contribuito un giovane ricercatore basilese.
C’è una scoperta, fatta da tre giovani ricercatori, che in questi giorni sta entusiasmando sia gli esperti del mondo antico, sia quelli delle più moderne tecnologie di intelligenza artificiale.
I tre sono infatti riusciti a rendere di nuovo leggibile, per la prima volta nella storia, un rotolo di papiro carbonizzato a Ercolano dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Di questo team fa parte anche un giovane di Basilea Campagna: si chiama Julian Schillinger, ha 23 anni e si è diplomato in robotica presso il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ). La scoperta, cui ha contribuito insieme ad uno studente americano e ad uno egiziano, potrebbe davvero aprire prospettive rivoluzionarie per la conoscenza del mondo antico.
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Papiro sottoposto alla TAC
Ma come si è proceduto concretamente? Il rotolo di papiro è stato scansionato attraverso una tomografia computerizzata. Poi, per mezzo di algoritmi da lui sviluppati, Schillinger è riuscito a “distendere” la spirale del papiro, con tutte le informazioni in esso contenute.
“Il mio compito era di srotolare virtualmente quel papiro. Se lo facessimo fisicamente, si sbriciolerebbe”, racconta il ricercatore, spiegando quindi che in seguito, “grazie all’intelligenza artificiale” e “con altri algoritmi di apprendimento automatico”, è stato reso nuovamente visibile quell’inchiostro che sul papiro, a occhio nudo, non si vede più.
Attraverso questo procedimento, sono così comparsi più di 2’000 caratteri in greco antico. “È stata una sensazione fantastica, quasi una magia”, commenta Schillinger. “Le lettere apparivano sempre più chiaramente, una dopo l’altra, e più papiro srotolavamo, più ne emergevano.”
Ricostruito il 5% del testo
A ricomparire è stato quindi un testo che nessuno aveva più letto da duemila anni. I tre ricercatori sono finora riusciti a leggere il 5% di quell’antico rotolo. Si tratta di un testo di filosofia epicurea, che parla di musica, cibo, dei piaceri della vita.
La sfida di decifrare il papiro era stata lanciata da ricercatori e mecenati americani, per il cosiddetto Vesuvius Challenge: un concorso internazionale, con un premio di 700’000 dollari, che sono stati ora assegnati a Schilliger e ai suoi due colleghi.
Il loro prossimo obiettivo sarà quello di leggere interamente 4 altri rotoli di Ercolano (ne esistono circa 800). Ma già all’orizzonte si collocano altre importanti applicazioni di questo procedimento. Infatti ci sono studiosi, spiega il ricercatore basilese, che puntano su questo metodo anche “per analizzare, alla ricerca di testi, gli strati in cui vennero avvolte le mummie”.
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