Nel 2021, le aziende elvetiche hanno speso 16,8 miliardi di franchi in ricerca e sviluppo, il 4% in più rispetto al 2019, prima dello scoppio della pandemia.
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Keystone-ATS/mar
Secondo la rilevazione realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST) in collaborazione con economiesuisse, questo sviluppo è in linea con la tendenza al rialzo che si osserva da diversi anni in Svizzera. Ma considerando le particolari condizioni economiche del 2020 e del 2021 dovute alla pandemia di Covid-19, l’aumento delle risorse investite dalle imprese nella ricerca aziendale “è da considerarsi davvero cospicuo” – sottolinea un comunicato odierno dell’UST.
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Si tratta per altro di un’attività che dà lavoro a poco meno di 62’000 persone (54’000 impieghi in equivalenti a tempo pieno), un quarto delle quali donne. È una quota che ristagna da una decina di anni, ma nel frattempo il ruolo delle donne è cambiato; nel 2012 solo un terzo di loro erano ricercatrici, nel 2021 lo era il 54%.
Tuttavia, la spesa per la ricerca non è aumentata in tutti i settori, precisa l’UST. Solo i rami “Farmacia”, “Ricerca e sviluppo” e quelli del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno registrato un aumento degli investimenti tra il 2019 e il 2021. Questi rami sembrano aver subito meno le fluttuazioni congiunturali dovute alla pandemia da SARS-CoV-2 rispetto agli altri rami economici. Gli investimenti sono diminuiti, ad esempio, nel settore alimentare e in quello dei macchinari.
Forte calo nella ricerca fondamentale
Mentre dal 2015 la ricerca fondamentale rappresentava circa il 25% delle varie attività di ricerca effettuate dalle imprese, la sua quota relativa è scesa all’8% nel 2021, a livelli simili a quelli osservati nel 2012. La ragione di questo drastico crollo – spiega l’UST – è dovuta essenzialmente al cambiamento del tipo di ricerca nelle imprese farmaceutiche, responsabili da sole di oltre un terzo (6,2 miliardi di franchi) degli investimenti totali.
Sebbene nel ciclo di vita delle attività di ricerca sia normale che la ricerca fondamentale passi al livello della ricerca applicata, la portata di questa variazione è sorprendente visto che è avvenuta in un periodo così breve, nota l’UST.
Dal 2012 le spese per le biotecnologie non hanno mai smesso di aumentare. Nel 2021 le imprese vi hanno destinato 5,9 miliardi di franchi, una quota aumentata del 10% su base annua. Al contrario, nello stesso periodo le somme investite nelle nanotecnologie hanno ristagnato e sono rimaste marginali: nel 2021 solo 172 milioni di franchi.
Tra i Paesi che investono di più
Rispetto al prodotto interno lordo, la Svizzera è uno dei Paesi al mondo che investe di più nella ricerca e sviluppo, come si può vedere da questo grafico.
Stando ai dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nella Confederazione la proporzione è di oltre il 3,1%, a fronte di una media del 2,6% tra i 38 Paesi che fanno parte dell’OCSE (linea in nero) e del 2,2% tra i 27 membri dell’UE.
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