Condannata a 24 anni l’ex presidente coreana Park
L'ex presidente sudcoreana Park Geun-hye è stata riconosciuta colpevole di 18 capi d’accusa (tra i quali abuso di potere, coercizione e diffusione di segreti di Stato) e condannata a 24 anni di carcere dalla Corte centrale distrettuale di Seul.
La lettura della sentenza è stata diffusa in diretta dalla televisione nazionale: Park, in prigione da oltre un anno, non ha partecipato all’udienza a causa di una malattia.

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L’accusa aveva chiesto una pena detentiva di 30 anni per l’imputata, prima donna ad accedere alla più alta carica istituzionale del Paese, destituita e arrestata poco dopo l’impeachment decretato nel marzo dell’anno scorso in seguito al vasto scandalo che ha scosso il paese asiatico.
Secondo i giudici l’ex politica 66enne sarebbe stata al centro di un giro di corruzione orchestrato dalla vecchia amica Choi Soon-sil e che avrebbe fruttato oltre 21 milioni di dollari. La coppia si sarebbe fatta versare tangenti dai principali gruppi operanti del paese, tra cui Samsung, Sk e Lotte, attraverso fondazioni create allo scopo da Choi, che è stata a sua volta condannata in febbraio a 20 anni di carcere.
Park Geun-hye, figlia del dittatore Park Chung-hee assassinato nel 1979, era stata eletta alla presidenza nel 2012 con il 51,6% dei voti, dopo essere stata alla testa del partito conservatore a due riprese (2004-2006 e 2011-2012).

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