Corona-Leaks, violati i diritti dell’ex collaboratore di Berset
Peter Lauener (a sinistra) e Alain Berset.
Keystone / Alessandro Della Valle
Ci sono sviluppi nel caso Lauener, l’ex collaboratore del presidente della Confederazione Berset coinvolto nell’inchiesta sulla fuga di informazioni riservate al Dipartimento federale dell'interno (DFI).
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Da un’inchiesta interna è emerso che il procuratore straordinario Peter Marti ha ricevuto un numero di email superiore al consentito.
La presunta violazione dei diritti subita dall’ex braccio destro di Alain Berset è stata rivelata dal programma della radio svizzerotedesca SRF “Rendez-vous” e confermata dallo stesso Dipartimento federale delle finanze (DFF), che aveva ordinato di esaminare la questione.
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Accertamenti che hanno evidenziato la palese irregolarità commessa dall’Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione (UFIT).
Setacciate email personali di diversi anni
In particolare, il servizio federale ha girato al magistrato inquirente il contenuto della posta elettronica dell’indagato per un periodo di diversi anni, invece delle sei settimane per le quali era stata fornita l’autorizzazione.
Questo, secondo giuristi accreditati esperti, avrà conseguenze dirette sul procedimento in corso dal momento che le email consegnate illegalmente non potranno essere utilizzate in giudizio contro Peter Lauener.
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“Se fossi un legale della difesa direi: bingo!”, ha commentato Martin Steiger, avvocato specializzato in diritto della protezione dei dati. Della cosa comunque, si occuperà ora il giudice dei provvedimenti coercitivi bernese.
Relazioni pericolose
L’ex responsabile della comunicazione del consigliere federale Berset, attualmente sotto indagine per violazione del segreto d’ufficio, è accusato di aver trasmesso informazioni confidenziali ed esclusive a Ringier, editore del Blick, relative alle decisioni prese dal Governo durante la pandemia.
Una vicenda spinosa anche per Alain Berset che si è dichiarato completamente estraneo alla vicenda ma che avrebbe potuto godere di un trattamento di favore dalle testate del gruppo editoriale citato, in cambio delle indiscrezioni che il suo dipartimento avrebbe lasciato trapelare.
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