L'88% degli operatori e delle operatrici nella vendita in rete, indica una ricerca, ritiene che sia terminato l’effetto positivo per il settore indotto dalla pandemia di coronavirus.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Dall’indagine emerge anche che una quota analoga (87%) reputa che l’umore dei consumatori sia peggiorato, soprattutto a causa della guerra in Ucraina e dei timori di una recessione mondiale. Due terzi pensano inoltre che la concorrenza nel commercio web sia aumentata.
L’inchiesta è opera della scuola universitaria professionale zurighese di Winterthur (ZHAW) che fra il 4 maggio e il 14 agosto ha ricevuto le valutazioni di 598 negozi online. “Dal sondaggio emerge che i rivenditori ipotizzano una riduzione del potere d’acquisto a causa dell’inflazione”, spiega Darius Zumstein, responsabile della ricerca ed esperto del ramo. “I clienti spendono i loro soldi per altri scopi, ad esempio per viaggi ed eventi”. Alcuni rivenditori sospettano, continua il ricercatore, anche che vi sia stato un ritorno di clientela dall’online ai negozi tradizionali.
L’IA nell’e-commerce
C’è poi il discorso, che sta diventando sempre più d’attualità, dell’intelligenza artificiale (IA). “Questa offre ai rivenditori numerose opportunità per rendere il loro negozio online più efficiente e redditizio”, argomenta Zumstein. L’IA – in particolare ChatGPT – viene utilizzata più frequentemente per la creazione di testi e per l’ottimizzazione dei motori di ricerca.
Nel servizio clienti, l’intelligenza artificiale svolge un ruolo sempre più importante, ad esempio con i chatbot. L’IA, oltre a ottimizzare l’attività dei rivenditori online, può offrire un valore aggiunto ai clienti: “ad esempio i vestiti o le scarpe possono essere provati virtualmente grazie alla realtà aumentata”, osserva Zumstein.
Difficoltà a reperire personale
Le maggiori sfide per il settore del commercio elettronico vengono identificate dallo studio nella concorrenza, nella crescente complessità e nei costi elevati del marketing. I problemi di approvvigionamento dovuti ai costi di consegna o ai lunghi tempi di fornitura hanno un ruolo secondario, mentre le difficoltà legate al reperimento di personale sono diventate più acute.
La metà delle aziende del comparto ha infatti penuria di manodopera qualificata. Questo ha come conseguenza che i negozi online non possono essere sviluppati tecnicamente con la rapidità desiderata o che l’acquisizione dei clienti può avvenire solo su scala ridotta.
Sempre più importanti diventano i pagamenti con lo smartphone o lo smartwatch. Twint è il secondo metodo più utilizzato per pagare, dopo la carta di credito. “L’e-commerce in Svizzera è consapevole dell’importanza di Twint”, precisa Darius Zumstein secondo cui si può utilizzare questo mezzo in quattro negozi online su cinque. I clienti possono pagare invece con carta di debito in un punto vendita su due. Anche Apple Pay e Google Pay stanno crescendo rapidamente, ma a un ritmo inferiore agli altri menzionati.
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