Riscaldamento climatico, incertezza per le stazioni sciistiche svizzere
Un terzo dei comprensori sciistici svizzeri è esposto a un rischio molto elevato di carenza di neve se le temperature aumentano di 2°C. In tutta Europa, addirittura più della metà di tutte le stazioni invernali sarebbero colpite. È quanto prevedono i ricercatori sulla rivista scientifica Nature Communications.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Se il riscaldamento globale raggiungerà i due gradi, un terzo dei comprensori sciistici situati nelle Alpi svizzere avrà problemi di innevamento. In Europa, oltre la metà di tutte le stazioni saranno colpite. Lo indica un articolo della rivista Nature Communications.
Lo studio ha analizzato la situazione di 2’234 località sciistiche in 28 Paesi europei. Tra queste, 203 si trovano nelle Alpi elvetiche.
Secondo lo studio, l’innevamento è considerato a rischio quando si verifica un anno con poca neve ogni due anni. In base a questo criterio, con un risaldamento atmosferico di 1,5 gradi la coltre bianca non sarà più assicurata nel 5% dei comprensori sciistici situati nella Confederazione. Tale percentuale sale al 33% con un riscaldamento di 2 gradi.
Innevamento artificiale
Per correggere il tiro si può ricorrere all’innevamento artificiale. Ma anche i cannoni da neve hanno i loro limiti: con un tasso di innevamento del 50%, con un riscaldamento globale di due gradi il 27% dei comprensori sciistici europei sarebbe ancora esposto a un rischio molto elevato di carenza di neve. Questo riguarderebbe il 50% dei comprensori rossocrociati. In Svizzera, il 53% di tutte le piste può essere innevato artificialmente, secondo ai più recenti dati dell’Ufficio federale di statistica, risalenti al 2021. Un tasso di innevamento del 50% è quindi vicino alla realtà. Tuttavia, viene sottolineato nello studio, la produzione di neve artificiale aumenta anche la domanda di acqua ed elettricità.
Sebbene gli autori e le autrici sottolineino che le previsioni sull’innevamento si basano su ipotesi semplificate e che i loro risultati non devono essere considerati definitivi, essi offrono l’opportunità di considerare meglio l’impatto dei cambiamenti climatici sull’industria del turismo sciistico.
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