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Cambio ai vertici di Credit Suisse

primo pian o di uomo con capelli grigi e occhiali da vista con montatura nera, in giacca e cravatta
Ulrich Körner prenderà in mano le redini della banca dopo la partenza di Thomas Gottstein. Keystone / Credit Suisse / Handout

A partire da inizio agosto la seconda banca svizzera sarà guidata da Ulrich Körner. Il 59enne dalla doppia nazionalità svizzera e tedesca ha alle spalle una lunga carriera presso Credit Suisse e UBS, il principale istituto bancario del Paese.

L’attuale CEO di Credit Suisse (CS) Thomas Gottstein se ne va dopo due anni e mezzo (ha preso in mano le redini della banca nel mese di febbraio 2020) per fare posto a Ulrich Körner, attualmente responsabile del comparto Asset Management, che entrerà in carica all’inizio di agosto.  

Nel corso del mandato di Gottstein l’istituto di credito si è trovato più volte ad annunciare diverse disavventure, che ne hanno minato la redditività. Oltre alla pandemia, la banca ha dovuto affrontare, con perdite miliardarie, anche il fallimento del fondo speculativo statunitense Archeos e la liquidazione della società britannica Greensill Capital. Proprio oggi, inoltre, CS ha annunciato la quarta perdita trimestrale consecutiva causata dalla situazione difficile dei mercati finanziati mondiali, ma anche dal malcontento degli investitori che non apprezzano che la banca abbia deciso di non rendere pubblico il rapporto indipendente esterno che è stato commissionato sul dissesto di Greensill Capital. Il fatturato in calo ha fatto registrare una perdita netta di 1,59 miliardi di franchi (un anno fa veniva invece annunciato un utile di 253 milioni).

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Körner, in possesso della doppia nazionalità svizzera e tedesca, compirà 60 anni in ottobre e ha alle spalle una lunga carriera presso le due maggiori banche elvetiche (UBS e CS). Prima di diventare membro della direzione e numero uno di Asset Management di CS nell’aprile 2021, è stato per 11 anni membro della direzione UBS (di cui 6 come responsabile, anche in questo caso, dell’Asset Management). Prima di essere assunto da UBS ha fatto parte della famiglia CS ricoprendo posizioni di rilievo.  

Nuovo CEO e nuova strategia

Oltre alla nomina di Körner a CEO di Credit Suisse – già anticipata martedì dal Wall Street Journal – la banca ha anche annunciato una “revisione completa della strategia”, come si può leggere nel comunicato stampa diffuso mercoledì. Ciò comporterà una significativa riduzione della base dei costi, fanno sapere i vertici. “L’obiettivo della revisione è creare un gruppo più focalizzato e agile, con una base di costi assoluti significativamente più bassa, in grado di offrire rendimenti sostenibili agli azionisti e un servizio eccellente ai clienti”, scrive l’istituto. La dirigenza vuole portare la base dei costi, attualmente di 16,8 miliardi l’anno secondo i calcoli dell’azienda, sotto i 15,5 miliardi, con risparmi di 1-1,5 miliardi. 

Come questo si tradurrà, a livello di organico, non è ancora noto, sebbene sui media circolino già notizie della cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Nessuna indicazione è giunta a questo proposito da CS: l’appuntamento per conoscere i particolari della nuova strategia è fissato al 27 ottobre, quando saranno pubblicati i risultati del terzo trimestre.

Il commento del giornalista economico Luca Fasani:

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Una serie di guai

Quello che sta vivendo Credit Suisse è un periodo difficile, il cui nuovo cambio di vertice è solo l’ultima delle vicende affrontate dalla banca. Nel 2020 Thomas Gottstein era subentrato a Tidjane Thiam, che aveva presentato le sue dimissioni in seguito allo scandalo dei pedinamenti dell’ex capo della gestione patrimoniale Iqbal Khan e quello del personale Peter Goerke. Un caso che ha portato alle dimissioni dell’allora direttore operativo Pierre-Olivier Bouée e che ha assunto contorni tragici: un detective privato a cui la banca aveva affidato il compito di sorveglianza si è tolto la vita.

All’inizio del 2022 il presidente del Consiglio di Amministrazione Antonio Horta-Osorio ha gettato la spugna, meno di un anno dopo la sua entrata in carica, poiché da un’indagine interna sulla sua condotta personale erano emerse violazioni delle regole Covid-19. Gli è subentrato Axel Lehmann.

Poco dopo, a febbraio, nell’inchiesta internazionale svolta da giornalisti investigativi “Suisse Secrets” CS veniva accusata di aver accettato per anni come clienti trafficanti di droga, dittatori, criminali di guerra e trafficanti di esseri umani.

Nel mese di marzo è arrivato invece l’annuncio che tre membri del Consiglio di amministrazione avrebbero lasciato l’istituto a fine aprile: Severin Schwan, amministratore delegato di Roche (il suo doppio ruolo non è mai piaciuto agli analisti finanziari), Kai S. Nargolwala e Juan Colombas. Un rimpasto che  è stato un tentativo di CS di riportare un po’ di serenità.

Serenità che, però, non c’è stata ad aprile: gli azionisti, in assemblea generale, hanno infatti negato il discarico al Consiglio di amministrazione e alla direzione per l’esercizio 2020 (anno dei dissesti di Archegos Capital Management e Greenill), ritenendo i dirigenti responsabili per quanto successo nel corso di quell’anno.

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