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Evasione hollywoodiana da una prigione francese

Quasi 3'000 agenti sono mobilitati su tutto il territorio francese per ritrovare Redoine Faïd, il bandito evaso domenica in elicottero dalla prigione di Réau, nei pressi di Parigi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 luglio 2018
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 2.7.2018)
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In tutta la Francia da 24 ore è caccia all'uomo. Circa 3'000 poliziotti e gendarmi sono in azione per cercare di scovare quello che è già stato soprannominato il "re dell'evasione" e i suoi tre complici.

I fatti sono avvenuti domenica poco prima di mezzogiorno nella prigione di Réau, nella periferia di Parigi, dove Rédoine Faïd, 46 anni, stava scontando una condanna a 25 anni di carcere. Un elicottero si è posato nel cortile d'onore del penitenziario, uno degli unici luoghi del carcere sprovvisto di reti di protezione.

I complici del detenuto, armati di kalashnikov, hanno lanciato dei fumogeni, per oscurare le telecamere. Due di loro sono rapidamente entrati nel parlatorio, dove Faïd stava incontrando il fratello. In pochi istanti l'hanno liberato e fatto salire sull'elicottero.

L'apparecchio si è alzato in volo ed è stato ritrovato dopo un paio d'ore a Gonesse, vicino all'aeroporto parigino di Charles de Gaulle, parzialmente incendiato. Il pilota-istruttore, preso in ostaggio dal commando, è stato ritrovato sano e salvo.

Stando alle prime ricostruzioni, i quattro fuggiaschi avrebbero poi utilizzato un'auto.

La ministra della giustizia, Nicole Belloubet, ha indicato che per preparare l'evasione sono stati verosimilmente utilizzati dei droni.

Rédoine Faïd non è nuovo a simili azioni spettacolari. Nel 2013 era fuggito dal penitenziario di Lille, facendo esplodere cinque porte con l'esplosivo e prendendo quattro guardie in ostaggio. Dopo un mese e mezzo era stato catturato in un piccolo albergo della periferia di Parigi.

Lo scorso aprile, Faïd era stato condannato in appello a 25 anni di carcere per un assalto a un furgone blindato nel 2010 e costato la vita a una poliziotta. Pochi mesi dopo, l'uomo aveva pubblicato un'autobiografia nella quale affermava di essere uscito dal giro della malavita e delle rapine.

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