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“C’è ancora domani”, il film italiano che conquista anche la Svizzera

La regista e attrice Paola Cortellesi presenta "C'è ancora domani".
La regista e attrice Paola Cortellesi presenta "C'è ancora domani". KEYSTONE/Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved

Il debutto alla regia di Paola Cortellesi ha abbattuto molti record nazionali e ora, la sua storia di emancipazione sta mietendo successi anche alle nostre latitudini.   

Uscito nelle sale alla fine del mese di ottobre, il film C’è ancora domaniCollegamento esterno – debutto alla regia dell’attrice romana Paola Cortellesi – continua ad essere proiettato in molti cinema ancora oggi, a distanza di sei mesi. Un successo enorme per pubblico e critica italiani ma inaspettato per proporzioni anche nel resto d’Europa, Svizzera compresa. 

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“È un film molto italiano – ha detto la regista ai microfoniCollegamento esterno della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSI, commentando il successo internazionale della pellicola – ma sto scoprendo che questa è, ahimè, anche una storia piuttosto universale”.

Il film affronta il tema della sottomissione e dell’emancipazione femminile, a tratti con crudezza, a tratti con delicatezza. Non mancano però il torpore con cui certe cose si fa finta di non vederle, e nemmeno la forza con cui si decide poi di affrontarle.

Il ceto sociale cui appartiene la protagonista, così come l’epoca in cui vive, legittimano e ampliano la potenza della violenza subìta. Ma il film mostra anche come certi fenomeni, anche quando nascosti dalle mura domestiche, appartengono alle classi povere tanto quanto a quelle benestanti.

La pellicola, girata in bianco e nero, è ambientata nella Roma del 1946. La protagonista, Delia – personificata dalla stessa Cortellesi –, vive la sua vita destreggiandosi tra la gestione della casa, quella dei tre figli, del marito violento e anche del suocero molesto. Svolge anche diversi lavori, dall’ombrellaia, alla sarta e all’infermiera a domicilio, con i quali partecipa all’economia domestica (gestita dal marito Ivano, interpretato da Valerio Mastandrea) e sui quali fa la cresta per poter comprare un vestito da sposa decente alla figlia.

Marcella (Romana Maggiora Vergano), la figlia maggiore e unica femmina, è infatti adolescente e spera nella proposta di matrimonio del fidanzato Giulio (Francesco Centorame). Vedere come viene trattata in casa la madre le fa rabbia e scatena litigi tra le due. Ma, malgrado la ribellione dalle botte e dai “doveri familiari” verso cui Marcella incita Delia, la ragazza inizia a manifestare d’aver interiorizzato il modello femminile remissivo della madre.

È questo, il desiderio di una vita migliore per sua figlia, che fa nascere in Delia la necessità di volere di meglio anche per sé. In un’Italia che, proprio in quei giorni, per la prima volta, si appresta ad accogliere le donne al voto per decidere tra monarchia o repubblica, la protagonista si spinge quindi in una mossa sovversiva che fino all’ultimo non si sa se le riuscirà.

Numeri da capogiro

Presentato in anteprima come film di apertura alla Festa del Cinema di Roma 2023Collegamento esterno, C’è ancora domani è stato distribuito nelle sale italiane e in quelle della Svizzera italiana il 26 ottobre 2023.

Con oltre 5’400’000 tra spettatrici e spettatori, l’esordio di Cortellesi si piazza al primo posto nella classifica stagionale degli incassi in ItaliaCollegamento esterno. A titolo di confronto, in base alle cifre aggiornate al 15 aprile, Oppenheimer è secondo con un’audience di 3’800’000 persone, Wonka terzo con quasi 2’000’000 e Barbie arriva al quarto posto con 1’800’000. In anni in cui il cinema italiano non sta affrontando la sua epoca più brillante, C’è ancora domani sta diventando un vero e proprio fenomeno di costume.

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A confermare che, come dice la regista, si tratti di una storia ben più internazionale di quanto si possa pensare, c’è poi l’interesse suscitato negli altri Paesi.

Nel marzo 2024 è stato distribuito nella Svizzera francese, in Francia, Svezia, Marocco, Paesi Bassi e Belgio. Mentre all’inizio di aprile è arrivato nella Svizzera tedesca, in Germania e Argentina. Alla fine del mese sarà la volta di Regno Unito, Spagna, Irlanda, Ecuador e poi anche Portogallo, Australia e Norvegia.

Non solo cinefili esperti

Nella Svizzera italiana, il successo di pubblico si attesta a 19’000 spettatori da ottobre 2023 ad aprile 2024, riferisce a TVS tvsvizzera.it Luca Morandini, della Morandini Film DistributionCollegamento esterno, la società che fornisce i film italiani a tutte le sale elvetiche.

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Malgrado si tratti di numeri importanti a livello ticinese, la quota sta per essere uguagliata dal pubblico svizzero francese. In un mese e mezzo di programmazione in Svizzera romanda, C’è ancora domani ha infatti già raggiunto 18’000 tra spettatrici e spettatori. “Il film ha toccato l’interesse delle persone di origine italiana che vivono in Svizzera, che solitamente rappresentano il pubblico tipico dei film italiani proiettati nel resto della Confederazione. Ma ha anche raccolto nelle sale cinematografiche cinefili che non hanno nessun aggancio con l’Italia”, commenta Morandini. 

Facendo il paragone con altre pellicole italiane, il distributore cita ad esempio Io capitano di Matteo Garrone. Anche in questo caso si è trattato di un prodotto che ha scaturito l’interesse di un pubblico prettamente svizzero, fatto di appassionati e appassionate di cinema.

La differenza è che Garrone (Pinocchio, 2019; Dogman, 2018; Gomorra, 2008, per citarne alcuni), oltre ad aver conquistato in Svizzera un’audience più modesta, è un regista già candidato agli Oscar e quindi noto su scala internazionale, mentre Cortellesi è una vera e propria outsider.

La pellicola è entrata nella storia del cinema italiano: un incasso di oltre 36 milioni di euro, 9° posto della top tenCollegamento esterno box office Italia di tutti i tempi e 5° tra le produzioni nazionali (superando così La vita è bella di Roberto Benigni). Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023, C’è ancora domani ha ottenuto Menzione speciale miglior opera prima, Premio speciale della giuria e Premio del pubblico. È stato inoltre premiato come Film dell’anno ai Nastri d’argento 2024 ed è inoltre candidato alla 69esima edizione dei David di Donatello (in programma il 3 maggio) con ben 19 nomineCollegamento esterno.

“Solitamente, per una questione di concorrenza e di differenziazione dell’offerta, un film viene proposto da una ventina di sale di tutto il Paese. In questo caso, la pellicola è in cartellone in 92 cinema svizzeri”, spiega ancora Morandini. “È già un fenomeno malgrado in Svizzera tedesca sia appena approdato. Ora vedremo come andrà con l’arrivo del caldo e della bella stagione, quando le persone si recano meno al cinema. Ma sicuramente è un film che riproporremo anche nei vari cinema all’aperto che organizziamo ogni estate”.

Apprezzate le note di leggerezza, ma non manca qualche critica

“Il film di Cortellesi è incentrato su un tema difficile, ma include alcuni momenti comici e termina con una nota sorprendentemente ottimista e incoraggiante”, si legge su The GuardianCollegamento esterno.

Il foglio britannico, come molti altri organi di stampa internazionali, sottolinea l’interesse trasversale nei confronti di questo film e la triste coincidenza tra l’uscita della pellicola e l’omicidio, presumibilmente avvenuto per mano del fidanzato, pochi giorni dopo, di Giulia Cecchettin: uno degli oltre cento casi di femminicidi in Italia nel 2023, che ha sollevato un forte interesse mediatico.

A recensire la pellicola, oltre alla stampa italiana e quella internazionale, non sono mancati anche i giornali svizzeri. Tra questi, il principale foglio francofono Le Temps ne parla in due puntate: in una, il giornalista Antonino Galofaro intervistaCollegamento esterno la protagonista e regista Cortellesi; mentre nell’altra, a firma di Norbert Creutz, l’impressione è tendenzialmente criticaCollegamento esterno. “I lineamenti tirati e mal vestita, (Paola Cortellesi, ndr.) è del tutto convincente come ‘madre coraggio’. Ma già meno come la moglie picchiata di un bruto caricaturale”.

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Creutz, che ritiene il film possa essere difficilmente compreso dal pubblico confederato, contesta anche alcuni abbinamenti musicali definendoli “fastidiosi” (“gênant”, in francese).

Le stesse scelte sono invece state apprezzate in altre sedi. C’è ancora domani “è girato in bianco e nero e ricorda lo stile del neorealismo cinematografico italiano del dopoguerra, e i temi oscuri della povertà, della violenza domestica e dell’oppressione potrebbero giustificare la mancanza di colore – scrive Carolina Gasteiger sulla Neue Zuercher ZeitungCollegamento esterno –. Ma in questo caso le cose non sono così cupe come in Ladri di biciclette di Vittorio de Sica o in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Cortellesi mette in scena tutto ciò che c’è di moderno in questa storia, incorporando umorismo, ironia e buona musica”.

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