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Buon compleanno Rita Pavone!

Rita Pavone a Sanremo nel 2020.
Rita Pavone a Sanremo nel 2020. EPA/ETTORE FERRARI

L’icona della musica italiana compie 80 anni il 23 agosto. Un traguardo festeggiato nella sua amata Svizzera, dove vive da oltre mezzo secolo. Un racconto tra successi mondiali, scelte coraggiose e l’amore per la tranquillità del Ticino. 

Ottant’anni e non sentirli. O forse, come dice lei, sentirsi una trentenne, a patto di non guardarsi troppo allo specchio. Rita Pavone, l’inarrestabile “zanzara di Torino”, taglia il traguardo degli 80 anni il 23 agosto, portando con sé l’energia di una ragazzina e la saggezza di una vita vissuta intensamente, sempre sotto i riflettori. Una carriera lunga 63 anni, costellata di successi planetari, scelte controcorrente e un legame indissolubile con la Svizzera, sua patria d’adozione da oltre cinquant’anni. 

Nata a Torino nel 1945 in una famiglia operaia, Rita Pavone ha incarnato il sogno italiano del dopoguerra. Una gavetta vera, iniziata dopo la quinta elementare in una camiceria e proseguita sui palchi delle balere, dove si cimentava con ogni genere musicale. La svolta arriva nel 1962, a soli 17 anni, con la vittoria alla prima edizione della Festa degli Sconosciuti di Ariccia, il festival ideato da Teddy Reno, che diventerà suo marito e compagno di una vita. Da quel momento, la sua ascesa è inarrestabile. Brani come La partita di pallone, Come te non c’è nessuno, Il ballo del mattone e Datemi un martello diventano la colonna sonora di un’Italia in pieno boom economico. La sua grinta e la sua voce inconfondibile conquistano tutti, consacrandola come una delle prime vere icone pop del Paese. 

Il 1964 è l’anno di Gian Burrasca, lo sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmüller che la trasforma in un idolo per intere generazioni. La sigla, Viva la pappa col pomodoro, fa il giro del mondo, e Rita diventa un fenomeno globale. Vola in America, partecipa per ben cinque volte all’Ed Sullivan ShowCollegamento esterno, il palco più prestigioso del mondo, dividendo la scena con leggende come Duke Ellington ed Ella Fitzgerald. Riempie da sola la Carnegie Hall di New York e si esibisce per un mese all’Olympia di Parigi. Vende 50 milioni di dischi, un traguardo impressionante per un’epoca senza social media, autotune o intelligenza artificiale. 

Il matrimonio con Teddy Reno

Ma dietro la star internazionale c’è una donna che cerca la sua dimensione, la sua pace. E la trova in Svizzera, nel Canton Ticino, accanto a un uomo, Teddy Reno. Ferruccio Ricordi, questo il suo vero nome, era già una stella del panorama musicale italiano quando incontra Rita. Cantante, showman e imprenditore dello spettacolo, aveva ideato la Festa degli Sconosciuti di Ariccia, trampolino di lancio per tanti giovani talenti. Quando nel 1962 vede esibirsi quella ragazzina torinese di 17 anni, capisce subito di essere di fronte a qualcosa di speciale. Nasce un sodalizio artistico che si trasforma presto in amore, nonostante i 19 anni di differenza e le inevitabili critiche. 

>>Rita Pavone sposa a Lugano nel 1968, ma non conferma…

Non è certo passata inosservata la presenza per le vie del centro di Lugano di Teddy Reno e Rita Pavone. Tra un autografo e l’altro smentiscono di essersi sposati. La notizia fu in seguito confermata. Da Il Regionale della RSI del 15.03.1968. 

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Nel 1968, in un’Italia ancora bigotta e pettegola, i due si sposano a Lugano. Una scelta coraggiosa, che scatena polemiche feroci. Teddy era ancora civilmente sposato con Vania Protti, dalla quale aveva avuto un figlio, e la differenza d’età alimentava i pettegolezzi. Ma Rita, già allora, dimostra il carattere che la contraddistingue. Quando il padre si oppone al matrimonio arrivando persino a schiaffeggiarla, lei reagisce con fermezza sposandosi comunque con Teddy Reno. 

La Svizzera, la seconda patria

La scelta della Svizzera non è casuale. Il Canton Ticino offre quella discrezione e quella tranquillità che una coppia così esposta ai riflettori cerca disperatamente. Si stabiliscono a Lattecaldo, in Valle di Muggio, in una casa ai margini del bosco che diventa il loro rifugio dal mondo. “Vivere qui mi ha dato grande serenità”, ha raccontato di recente al Corriere del Ticino. “In Svizzera ho capito davvero cosa significa integrazione”. Una vita semplice, lontana dai clamori dello star system. “Posso tranquillamente estirpare le erbacce di fronte a casa – continua nell’intervista – senza che nessuno mi dica ‘ma perché la Pavone non ha un giardiniere?’. Questa la trovo una libertà di vita meravigliosa e bellissima”. 

>>Rita e Teddy, un ritratto di famiglia

Rita Pavone e Teddy Reno si scoprono in questa puntata di Facciata B sulla RSI: dalla controversia sul matrimonio, al rapporto di coppia, fino ad arrivare alla passione pulsante, quella per la musica. Una passione che non sempre garantisce la tranquillità della casa… Da “Facciata B”, 28.10.1981. 

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È in questo angolo di quiete che Rita e Teddy costruiscono la loro famiglia. Nel 1969 nasce Alessandro, seguito nel 1974 da Giorgio. Due figli cresciuti lontano dai riflettori, nella natura incontaminata della valle ticinese. “Sono contenta di aver fatto crescere qui i miei figli”, confessa Rita all’ANSA, che ha sempre protetto la privacy dei suoi ragazzi. Una scelta educativa precisa: dare loro una vita normale, nonostante la fama dei genitori. Alessandro e Giorgio sono cresciuti immersi nella cultura svizzera, ma senza dimenticare le radici italiane dei genitori. 

Il legame con la Svizzera si consolida negli anni, tanto che Rita ottiene la cittadinanza svizzera, diventando una ticinese d’adozione a tutti gli effetti. Come racconta al Corriere del Ticino: “Quando parlo di casa mia, parlo del Canton Ticino”, dice oggi. “Mi sento svizzera per metà. Il mio cuore è a Torino e in Svizzera, non altrove”. Un’integrazione perfetta, che le ha permesso di mantenere i legami con l’Italia continuando la carriera, ma trovando in Ticino quella stabilità familiare che cercava. “Sarò per sempre grata al Ticino che mi ha accolta con affetto”, conclude, riconoscendo in questa terra la sua vera casa del cuore. 

>>Le confessioni di Rita Pavone:

Rita Pavone si sottopone alle domande di Paolo Mosca ed Emanuela Gaggini, sempre sulla RSI. Ospiti anche il marito e i due figli. Da “Segretissimo”, 05.02.1992. 

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Un “buen retiro” che non ha mai significato un addio alle scene

Rita Pavone ha continuato a cantare, recitare, scrivere, reinventandosi continuamente. Quattro partecipazioni al Festival di Sanremo (l’ultima nel 2020) e il recente Premio Lunezia alla Carriera 2025, conferitole per il valore musicale e letterario delle sue opere. La motivazione del premio la definisce “un fenomeno intergenerazionale, una costellazione viva nel firmamento della musica italiana e internazionale”.  

Ha partecipato a numerosi programmi televisivi, anche nel ruolo di coach e giurata. Nel 2025 ha pubblicato il suo primo libro, Gemma e le altreCollegamento esterno, edito da La nave di Teseo, ispirato a un suo concept album del 1989. Il progetto unisce musica e letteratura, confermando la sua capacità di esplorare nuovi linguaggi espressivi.  

Un’artista poliedrica e instancabile, che non ha mai smesso di mettersi in gioco, attraversando decenni, generi e generazioni con grinta e autenticità. 

>>Un gioco per raccontarsi:

A lanciare i dadi de Il gioco del mondo della RSI Rita Pavone, chiamata a rivivere la propria vita a tappe illuminando lati conosciuti e meno conosciuti della sua personalità. Da “Il gioco del mondo”, 22.12.2013.

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Oggi, a 80 anni, festeggia in famiglia, nella sua casa ticinese, circondata dall’affetto dei suoi cari. “La cosa più bella – confessa all’ANSA – è ridere insieme, condividere la gioia con due o tre amici che abbiamo nel cuore”. Un compleanno che celebra non solo una carriera straordinaria, ma anche la scelta di una donna che ha saputo trovare il suo equilibrio tra il palcoscenico mondiale e la tranquillità di una valle svizzera. Un luogo che, come dice lei, le ha permesso di essere semplicemente Rita. E questo, forse, è il suo successo più grande. 

Auguri, Gian Burrasca! 

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