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Assorbenti gratuiti nel canton Friburgo

giovane ragazza ritira un assorbente da un distributore
Dopo il successo del progetto pilota, arrivano i distributori gratuiti in tutto il cantone. Keystone / Laurent Gillieron

A partire dall'anno scolastico 2023/2024, scuole ed edifici pubblici nel canton Friburgo metteranno a disposizione distributori di prodotti gratuiti per l'igiene mestruale.  

Il Canton Friburgo si fa pioniere nel campo degli assorbenti igienici, installando distributori nelle scuole, nelle istituzioni pubbliche e in quelle sportive. Una misura che si concretizzerà nella sua totalità a inizio 2024. 

Il libero accesso a queste protezioni, si legge in un comunicato della Città di Friburgo e del Cantone, varrà in 73 edifici pubblici distribuiti su tutto il territorio. La decisione del Consiglio di Stato fa seguito a un postulato depositato da due deputate e approvato dal Gran Consiglio. 

Il testo domandava di esaminare la possibilità di proporre gratuitamente questi prodotti nei luoghi di formazione, in quelli pubblici e sportivi. In seguito a uno studio di fattibilità, è stato redatto un relativo rapporto, in cui sono illustrati le modalità d’attuazione, i costi e il materiale necessario. Il budget previsto è di 70’200 franchi per il primo anno e di 36’200 a partire dal secondo. 

Il sistema inizierà a essere introdotto all’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 (tra due mesi circa) e  in una cinquantina di edifici amministrativi aperti al pubblico e scolastici, tra cui anche le palestre, saranno installati i primi distributori – dotati di un adesivo con una segnaletica chiara e inequivocabile, assicurano le autorità. Si tratterà esclusivamente di assorbenti, in cotone biologico. Dopo la fase di test svoltasi per qualche mese nella città di Friburgo, infatti, è stato deciso di non distribuire tamponi che, se usati in modo scorretto, potrebbero provocare problemi di salute. 

In Svizzera, il Canton Vaud aveva già avviato nel 2021 un progetto pilota per venire incontro alle ragazze colpite da quella che nella Svizzera francese viene chiamata “precarietà mestruale”, ovvero l’impossibilità di accedere a protezioni mestruali adatte per motivi finanziari o sociali. Il consiglio comunale di Zurigo ha recentemente presentato un postulato simile a quello di Friburgo al Governo cittadino, mentre all’estero programmi di questo genere esistono già in Paesi come Francia e Germania. 

Questioni annose

Quello dell’igiene mestruale è un tema che torna spesso alla ribalta: ancora oggi in molti Paesi, tra i quali la Confederazione, questi prodotti vengono tassati con un’aliquota ordinaria. In Svizzera, per esempio, l’IVA su tamponi, assorbenti e proteggi-slip è del 7,7%. Eppure, si tratta  di prodotti di prima necessità, poiché quello delle mestruazioni è un processo biologico naturale e che tocca circa la metà della popolazione mondiale. Proprio per questa ragione, c’è chi chiede che la quota fiscale venga abbassata al 2,5% (la cosiddetta aliquota “ridotta”). Già nel 2016, il Consigliere nazionale Jacques-André Marie aveva presentato alle Camere (senza alcun successo) una mozione intitolata “Aliquota ridotta dell’IVA per i prodotti per l’igiene di base del corpoCollegamento esterno“. Il deputato è tornato sull’argomento nel 2018 con un’altra mozione (“Riduzione dell’aliquota IVA per i prodotti destinati all’igiene intima femminileCollegamento esterno“). In questo caso, il testo è stato accolto dalla Camera bassa del Parlamento (il Consiglio nazionale) e sostenuto dal Governo. Manca ancora il via libera della Camera alta (Consiglio degli Stati), che ancora non si è espressa in merito.  

Altri sviluppi

Una situazione, quella attuale, che è per alcuni aspetti paradossale: i prodotti per l’igiene mestruale vengono tassati più di alcuni articoli che godono dell’aliquota ridotta, come per esempio i fiori recisi, gli arrangiamenti floreali, il Viagra o il caviale.  

Una situazione che l’Italia, a differenza della Svizzera, ha recentemente risolto, almeno parzialmente: la “tampon tax” è stata portata dal 22% al 10% sotto il Governo Draghi, mentre sotto la guida di Giorgia Meloni l’Esecutivo ha deciso di dimezzarla ulteriormente, portandola al 5%.  

C’è però chi ha fatto di meglio: Australia, Canada, Colombia, Giamaica, India, Irlanda, Kenya, Libano, Malesia, Nicaragua, Nigeria, Regno Unito, Ruanda e Tanzania hanno completamente abolito l’IVA su questi prodotti. Mentre Germania, Francia e Spagna hanno ridotto la percentuale. La più generosa, però, si dimostra essere la Scozia, che oltre a distribuire gratuitamente tamponi e assorbenti in scuole e università, ha approvato nel 2020 un provvedimento di legge che prevede l’accesso gratuito a chi ne ha bisogno (quindi anche a chi non frequenta gli istituti d’insegnamento). Si tratta di una prima mondiale.  

Si può, insomma, sempre fare meglio, anche se i distributori gratuiti (seppur non generalizzati su tutto il territorio svizzero) e la prospettiva di un abbassamento dell’imposta sul valore aggiunto sono già un passo avanti.  


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