Nonostante le difficoltà finanziarie, alcune donne non sono una priorità per i servizi sociali
Keystone / Kent Porter
Sessant'anni fa (era il 1962), la dottoressa Renée Girod, decise di finanziare la costruzione a Ginevra di un immobile abitativo con appartamenti ad affitti modici destinati a donne in difficoltà. La Fondazione Les Vernets d’Arve ha da poco inaugurato il suo quarto edificio.
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tvsvizzera.it/mrj
Nel 1962, quando il primo edificio fu costruito, le donne non avevano diritto di voto, non potevano aprire un conto in banca né firmare un contratto. In caso di divorzio dipendevano dall’ex marito o dal padre. Da qui la volontà di Renée Girod di offrire un aiuto concreto. Oggi “le problematiche non sono sempre le stesse, ma per le donne ci sono sempre degli ostacoli”, spiega Sheila Buemi Moore, rappresentante dell’associazione.
Questa iniziativa privata ha già aiutato più di 600 donne, come per esempio Margaux, che vivendo in uno di questi appartamenti ha potuto risparmiare 500 franchi al mese e uscire così dal tunnel dei debiti, nonché partire in vacanza con sua figlia.
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Gli alloggi a pigione moderata sono destinati a donne che, per diverse ragioni, non possono beneficiare dell’aiuto sociale. Il “problema” di Margaux, per esempio, è stato il fatto che avesse un impiego a tempo pieno: “Ho presentato molte volte il mio dossier agli uffici cantonali ma non ero un caso prioritario. Ero, sì, una mamma sola, ma lavoravo al 100% e avevo un tetto”. Una situazione non precaria, quindi, secondo le autorità.
Indebitata, senza aiuti finanziari da parte del padre della figlia, per accedere agli aiuti sociali, paradossalmente Margaux avrebbe dovuto ridurre la sua percentuale di lavoro, entrando così in un circolo vizioso. Oggi Margaux pensa a una riconversione professionale e tra due anni, quando sua figlia sarà a scuola, lascerà l’appartamento a un’altra inquilina: “Spero che le sarà utile come lo è stato per me”.
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