Ritardi nell’adeguamento delle stazioni e delle fermate di autobus e tram. Le associazioni delle persone portatrici di handicap esprimono sconcerto e chiedono un’accelerazione nei lavori per abbattere gli ostacoli alla loro mobilità.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Le compagnie di trasporto pubblico, secondo quanto prevede la legge, hanno tempo fino alla fine del 2023 per essere accessibili alle persone con disabilità ma a poche settimane dalla scadenza solo tre stazioni su cinque e un terzo delle fermate di autobus e tram sono state adeguate.
Le organizzazioni delle imprese di trasporto – l’Unione dei trasporti pubblici, l’Unione delle città svizzere e l’Associazione dei Comuni Svizzeri, nonché la Conferenza dei direttori cantonali dei trasporti pubblici – hanno riferito giovedì a Berna che nonostante alcuni progressi, le compagnie, i cantoni, le città e i comuni non sono pronti “a causa della complessità e della portata del compito”.
Per quanto riguarda autobus e tram, solo un terzo delle oltre 23’000 fermate in Svizzera sarà conforme entro la fine di dicembre. Verrà quindi data priorità alle fermate molto frequentate o vicine a ospedali o abitazioni, ad esempio.
Interventi complicati nelle città
A volte, è stato osservato, adattamenti sono possibili solo in determinate condizioni topografiche. Nelle città densamente edificate, la mancanza di spazio è un problema e inoltre bisogna tenere in considerazione la sicurezza del traffico, l’accessibilità dei pedoni e il coordinamento con altri progetti.
La modifica di un intero tratto di strada poi comporta procedure lunghe, soprattutto in caso di ricorsi o espropri.
Un po’ meglio va in ambito ferroviario, dove circa il 60% delle stazioni sarà privo di barriere architettoniche come previsto dalla legge federale per le pari opportunità dei disabili (LDis) del 2004.
Le stazioni più frequentate sono state adattate per prime e questo dovrebbe andare a beneficio di circa l’80% delle e dei passeggeri.
Misure alternative
Alla scadenza del termine legale verranno comunque proposte misure alternative o transitorie, sotto forma di assistenza al personale o di servizi di navetta (i costi di queste misure saranno sostenuti dai proprietari delle fermate, in genere Cantoni, Città e Comuni).
Inoltre, a partire dal 2024, l’orario online consentirà alle persone a mobilità ridotta di informarsi sull’accessibilità delle fermate e sulle alternative offerte (il Contact Center Handicap delle FFS fungerà da punto di contatto per i clienti di tutte le aziende di trasporto).
In ogni caso ora la maggior parte dei veicoli è conforme alla legge: sono state integrate rampe e ascensori, ottimizzati schermi e pannelli di visualizzazione e create strutture di consultazione audio, i cartelli degli orari sono stati abbassati alle fermate e le applicazioni sono state ottimizzate.
Per le persone disabili è un “affronto”
Per l’associazione di tutela delle persone con disabilità, Inclusion Handicap, è un “affronto” constatare che, dopo 20 anni, più di 500 stazioni e due terzi delle fermate di tram e autobus non sono ancora state adattate.
Molte aziende di trasporto pubblico, ha denunciato l’associazione, hanno semplicemente perso l’occasione, soprattutto nei primi dieci-quindici anni.
Le misure transitorie sono meglio di niente, ha insistito Inclusion Handicap, ma sono di qualità inferiore, rendono i viaggi più lunghi e complicati e non sostituiscono gli adattamenti conformi alla legge.
Per questo motivo è stato chiesto che tali provvedimenti alternativi vengano attuati solo in misura limitata e che i trasporti pubblici siano privi di barriere architettoniche al più tardi entro il 2030.
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