Eclettico, anticonformista, implacabile: Francesco Tullio Altan firma da quasi mezzo secolo vignette di feroce satira politica e sociale, alcune delle quali rimaste indimenticabili. È suo il personaggio dell’operaio Cipputi.
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tvsvizzera.it/mrj
È una delle firme italiane satiriche per eccellenza: Francesco Tullio Altan si occupa, tramite le sue vignette di politica italiana da quasi mezzo secolo. Mezzo secolo nel corso del quale è cambiato poco, dice. “Purtroppo la realtà italiana non si evolve con la velocità che i tempi moderni richiedono”, spiega ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI. Talmente lenta che, dice, ci sono vignette che ha disegnato 30-40 anni fa che sono ancora d’attualità.
Una situazione talmente confusa, aggiunge, che “non si capisce quali sono i veri punti da mettere a fuoco”. La sua satira, dice, è più ampia dei singoli individui: “Credo poco alla satira aggressiva contro i personaggi. Non è nel mio temperamento”. Quello che lo interessa, in fondo, non sono gli eletti, ma gli elettori, coloro che con il loro voto hanno scelto i personaggi che si ritrovano poi sulla scena politica. Con alcune eccezioni come per esempio Berlusconi, prima e Salvini in tempi recenti: “Personaggi che sono talmente ingombranti che uno non può fare a meno di occuparsene”.
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È suo il personaggio di Cipputi, operaio metalmeccanico di sinistra ormai rassegnato per colpa della politica italiana. “È un personaggio che sicuramente io una volta ho visto a Milano per strada o in un tram”. Era l’operaio della metà degli anni Settanta, un periodo in cui la classe operaia finiva tutti i giorni sulle pagine dei giornali. Nei primi anni dalla sua apparizione, spiega Altan, molte persone si sono riconosciute nel personaggio, sia fisicamente che ideologicamente.
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