Il presidente della regione Attilio Fontana ha decretato lo stato di emergenza fino al 30 settembre.
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In Lombardia è allarme siccità: venerdì sera il presidente della regione Attilio Fontana ha decretato lo stato di emergenza fino al 30 settembre. In tutta la regione è quindi raccomandato di fare un uso parsimonioso dell’acqua, limitandone il consumo al minimo indispensabile.
La poca – pochissima – pioggia caduta nella regione negli ultimi mesi ha portato i corsi d’acqua a livelli allarmanti, tanto che in alcuni laghi c’è chi non riesce a portare la barca in acqua.
Ancora più preoccupante, però, la situazione dell’agricoltura: manca acqua per bagnare i campi e i raccolti rischiano di essere compromessi.
Nei giorni scorsi, ricordiamo, la Lombardia aveva chiesto alla Svizzera di aprire gli invasi del Ticino per far affluire l’acqua verso il Lago Maggiore. Una richiesta che però non era stata accolta per mancanza di riserve d’acqua. Anche in Ticino, infatti, la situazione è critica.
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Lo stato di emergenza nazionale decretato prevede la messa in allerta della protezione civile e raccomanda a tutti i cittadini di portare i consumi di acqua utilizzare al minimo indispensabile. Ai Comuni si chiede invece di limitare l’impiego dell’acqua, evitando ad esempio il lavaggio delle strade, l’irrigazione dei parchi pubblici e dei campi da calcio, tennis e golf. I Comuni, inoltre, avranno anche il compito di sensibilizzare i cittadini sull’uso responsabile dell’acqua. La città di Milano ha già provveduto a chiudere tutte le fontane pubbliche.
La regione Lombardia ha inoltre chiesto al Governo di istituire una cabina di regia congiunta tra Stato e regioni: un gruppo di lavoro comprendente tutti gli attori dell’emergenza che permetta un attento monitoraggio delle risorse idriche a livello nazionale e definisca gli interventi più urgenti da adottare. L’obiettivo principale è di limitare al minimo i danni all’agricoltura ed evitare di arrivare a un vero e proprio razionamento dell’acqua.
Preoccupazione anche in Svizzera
La mancanza d’acqua preoccupa anche in Svizzera, dove finora la situazione rimane però generalmente sotto controllo. Attualmente, spiega Raffaele Domeniconi dell’Associazione svizzera professionisti protezione acqua, a essere toccato più delle altre regioni è il sud delle Alpi, anche se in Ticino l’emergenza è un po’ rientrata grazie alle precipitazioni degli ultimi giorni. “Bisogna, però, stare attenti perché per recuperare quello che abbiamo perso quest’inverno occorreranno almeno sei mesi di precipitazioni abbondanti. Se quest’estate non pioverà più del solito, a settembre avremo di nuovo un problema”.
Si deve comunque iniziare a pensare a una strategia a lungo termine poiché stando a esperte ed esperti, in futuro ci si ritroverà sempre più spesso confrontati con la penuria d’acqua. “Penso sia ora di attivarsi a cercare la resilienza di questi sistemi e cercare di investire in tecnologie più avanzate che gestiscano l’acqua in modo performante.
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