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A Milano un omaggio svizzero alle donne designer

Donne designer dimenticate dalla storia e sostenibilità. Questi i temi affrontati dalla scuola d’arte e design di Ginevra (HEAD) e da Pro Helvetia al Fuorisalone della Milano Design Week. Mostre che possono essere visitate alla House of Switzerland nel cuore di Brera.

Un trenino svizzero, una montagna invalicabile, bicchieri da cocktail e tanti nomi di donne. In apparenza niente legherebbe questi soggetti l’uno con l’altro. Eppure, un legame, anche forte, c’è. Ci hanno pensato le studentesse e gli studenti della scuola d’arte e design di Ginevra (HEAD) a creare una relazione. Come? Con l’esposizione “Spiriti – Excellent for the head”: le studentesse e gli studenti del Master Espace e Comunicazione rendono infatti omaggio a sette donne designer trascurate dai dizionari di storia dell’arte.

Sette designer omaggiate da sette diversi bicchieri ispirati a sette cocktail d’autore creati per l’occasione. I sette bicchieri circolano nella mostra su un trenino, come in un sushi bar. Una piccola locomotiva che traina i vagoni attraversa una montagna incantata o chissà, una montagna invalicabile su cui sono stati scritti i nomi di oltre 260 designer con carriera internazionale e un oblio non meno internazionale.

Ray Eames omaggiata da Chiara Kocis e Chirine Samil.

Daisy Ginsberg, omaggiata Camilla Hoffmeister e Hannah Mackaness.

Eileen Gray, omaggiata da Emilie Demerliac e Victoria Josepin.

Anab Jain, omaggiata da Joseph Curie e Constance Thiessoz.

Sophie Taeuber-Arp, omaggiata da Luna Deleani e Zorana Mitrovic.

Magdalene Odundo omaggiata da Adèle Guilbaut e Lovena Vedrine.

Valentine Schlegel, omaggiata da Chiara-Marie Savaris e Noee Zahavy.

La mostra, come spiega la professoressa di design all’HEAD Alexandra Midal, gioca con le parole, “Spirits” che significa alcol, spirito e anime. La scenografia rivisita il consumo illecito di alcolici durante l’epoca del proibizionismo, nascondendo uno “speakeasy”, una sorta di bar clandestino nascosto dietro la montagna, aperto solo su invito. Ma gioca anche con la parola “Head”, da un lato l’alcol che fa bene alla testa – appunto head – ma che è anche l’acronimo della scuola d’arte.

Sempre Alexandra Midal spiega come sia urgente portare una storia del design più equa e più equilibrata ovunque, nell’educazione, nelle mostre e persino nei grandi eventi commerciali come il Salone del Mobile di Milano. E chi meglio delle studentesse può rendere questo vibrante omaggio alle donne designer del passato e del presente?

Nuovi talenti e sostenibilità

Al Fuorisalone della Milano Design Week, che andrà avanti fino al 23 aprile 2023, la Svizzera nelle sue innumerevoli sfaccettature si presenta alla House of Switzerland alla Casa degli artisti in Brera, con un progetto congiunto della fondazione culturale svizzera Pro Helvetia e di Presenza Svizzera, l’ufficio del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) incaricato di promuovere l’immagine del Paese. Si tratta di un’iniziativa triennale che vuole offrire alle e ai partecipanti un palcoscenico internazionale e creare al contempo occasioni di incontro tra rappresentanti del settore e il grande pubblico.

La House of Switzerland lascia a ogni partner un certo margine di manovra individuale. Allo stesso tempo, gli interessi e le risorse sono comunque orientati verso uno scopo comune, ossia accrescere la visibilità della scena del design svizzero. 

E Pro HelvetiaCollegamento esterno quest’anno ha dato voce alla nuova generazione di designer svizzeri che si sono presentati con l’esposizione “Emerging Talents” che tra l’altro riflette su alcune domande fondamentali: in che modo il design svizzero sta plasmando il futuro?

Pro Helvetia presenta nove giovani designer. Per la sua serie di bicchieri «Eyes Closed», Alena HalmesCollegamento esterno trae ispirazione dall’invisibileAlix Arto Collegamento esternoplasma l’interno e l’esterno, il chiaro e lo scuro con il pannello tessile «Sur-Mesure» da produzione sostenibile. Con il kit multifunzionale per neonati «Newo», Emma Casella Collegamento esternosuggerisce un nuovo uso della lana svizzera. Per il suo sistema di persiane «Terra», Léon Félix Collegamento esternosi rifà alle proprietà rinfrescanti dell’argilla e dell’acqua e alla trasmissione di un tradizionale sapere arabo. Con le ciotole in alluminio «Refonte», Nadia El-Hindi, Swann Fardel e Aurore Péry (Gradient AtelierCollegamento esternosi chiedono in che misura nel 2023 un design innovativo possa ancora essere utile all’essere umano o al pianeta. L’«Herbier Project» di Paula Cermeño León Collegamento esternopropone maschere per il viso artistiche che coniugano cosmesi naturali, produzione monouso e biodegradabilità. La zostera commestibile costituisce un alimento dalle grandi potenzialità future, tuttavia ancora poco conosciuto: lo Studio Carolien NieblingCollegamento esterno (Carolien Niebling) vi contribuisce mediante il lavoro in ceramica «Plating Up the Future». Erika MarthinsCollegamento esterno (Studio Marthins) con il progetto «React/Refract» conduce ricerche al crocevia tra design computerizzato, robotica, lavoro manuale ed economia circolare. Lo sgabello di alluminio «Y-Stool» dello Studio TopoCollegamento esterno (Moritz Gysi, Linus Maurmann, David Walsh) combina infine riciclaggio e riduzione materiale.

Oppure ancora “Quale responsabilità sociale ha il design? Che cosa significa produrre meno, ripensare la produzione locale, acquisire autonomia nella catena di fornitura o nel processo di produzione, migliorare la creazione condivisa con diversi partner o ridurre l’impronta ecologica?”. E l’esposizione a Milano è stata anche la prima internazionale per la nuova responsabile del settore design di Pro Helvetia, la vodese Cécile Vulliemin.



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