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L’immunità di gregge? Obiettivo irraggiungibile

Bicchiere in vetro blu con alcune siringhe; attorno, bigliettino, penna e altri strumenti sfuocati; ambiente bianco
Non è solo questione di tempo e disponibilità del preparato, ma anche di quante persone sceglieranno di farsi vaccinare. Keystone / Alexandra Wey

Mentre Israele dichiara di aver raggiunto o quasi la cosiddetta immunità di gregge al Covid-19, in Svizzera gli esperti si dicono scettici e sembrano anzi essere sempre più convinti che tale obiettivo sia irraggiungibile. Perché? La Radiotelevisione svizzera RSI ne ha parlato con due esponenti della Commissione federale per le vaccinazioni.

Israele potrebbe aver già raggiunto l’immunità di gregge, aveva dichiarato martedì Gili Regev-Yochav, direttore dell’unità di prevenzione delle infezioni dell’ospedale Sheba di Tel Aviv. In un’intervista alla televisione Kan, si era detto ottimista poiché considera ormai finita “la fase dura del coronavirus” e il Paese sta tornando alla normalità in molti modi. Affinché sia “del tutto salvo”, spiegava, non resta che la vaccinazione dei bambini. “Ci vorranno ancora pochi mesi”.

Parole che hanno sollevato interrogativi anche in Svizzera, dove la somministrazione è meno avanzata che nel Paese mediorientale, ma grandi centri per le vaccinazioni stanno aprendo in tutti i Cantoni. Quando si potrà parlare di immunità di gregge nella Confederazione?

Il 60% non basta

Dipende dal tipo di vaccino, da quante persone si fanno vaccinare e quante vengono a contatto con la malattia. Con un preparato efficace al 100%, deve essere immune almeno il 60% della popolazione. Tuttavia, nessun vaccino lo è, quindi una persona su sei non basta. Servirebbe l’80-90%, ovvero la quasi totalità degli svizzeri bambini inclusi, spiega il presidente della Commissione federale per le vaccinazioni Christoph Berger.

Non è quindi solo questione di tempo e di disponibilità del farmaco: bisognerà anche convincere la maggioranza della popolazione ad aderire alla campagna. A giudicare da alcuni sondaggi, ciò è tutt’altro che scontato man mano che si va verso le fasce d’età più giovani. E i sospetti sul vaccino di AstraZeneca non aiutano.

“È un buon vaccino”

Per inciso, il preparato dell’azienda anglo-svedese non è ancora omologato in Svizzera, ma secondo Berger lo sarà entro un mese e si tratta di un buon vaccino.
 

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Nel servizio RSI, le interviste a Berger e a Marina Jamnicki, medico cantonale grigionese ed esponente della stessa Commissione.

Interpellato per una reazione a quest’ultima dichiarazione, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic risponde che non può “dare informazioni su tempi e dati relativi all’omologazione di un vaccino quando la procedura è ancora in corso” e non può “commentare dichiarazioni che non sono state fatte da propri rappresentanti”.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 08.04.2021)

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