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Colazione e capelli oltre frontiera

Sin dal primo mattino Lavena Ponte Tresa (Varese) ha visto l'ingresso sul territorio italiano di numerosi ticinesi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 giugno 2020
Simone della Ripa, Rsinews
Aute in coda al valico di Lavena Ponte Tresa Keystone / Karl Mathis

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Non c'è stato nessun esodo da parte dei ticinesi in Italia ma, è innegabile, le città di confine si sono animate sin dalle prime ore della riapertura del confine italiano con la presenza di svizzeri tuttavia poco inclini ad essere ripresi o intervistati. Le auto passavano alla spicciolata incrociando un lungo serpentone di macchine in colonna per controlli rafforzati al valico ticinese di Ponte Tresa. Il servizio di Rsinews dalla città di confine.

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I gerenti di bar, saloni di bellezza e le estetiste intravedono già segnali di ripresa con qualche appuntamento da mettere in agenda ma la parola d'ordine è "prudenza". In molti fanno notare che permane il timore per quanto accaduto con il COVID-19.

Dato curioso, infine, è la "fatica" da parte dei ticinesi ad indossare costantemente la mascherina di protezione sul volto, che in Italia non è opzionale ma obbligatoria. "Rimaniamo qui fuori seduti al bar - dicono alcuni avventori di una nota pasticceria - perché qui non siamo obbligati a tenerla". Ulteriori dettagli nel TG della RSI:

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