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Ecco a chi l’Ue riapre i propri confini

Un grande cartello con scritto Benvenuti in Italia.
L'Europa apre a 15 stati, tra cui anche alla Serbia e il Montenegro che negli ultimi giorni hanno avuto un'impennata di nuovi contagi. Keystone / Alessandro Crinari

L'Unione europea riapre le sue frontiere. Ma non a tutto il mondo: per ora solo i cittadini di 15 Paesi potranno entrare nel vecchio continente, e tra questi restano fuori gli Stati Uniti. Ma anche la Russia ed il Brasile.

Una scelta, quella presa a Bruxelles e che potrà essere rivista ogni due settimane in base all’andamento dell’epidemia, dettata dal timore di una nuova ondata di contagi, importati da quei Paesi dove il virus corre ancora velocemente. E che vede l’Italia cauta: la quarantena prevista dagli arrivi extra Schengen resta in vigore, ha infatti fatto sapere il ministro della Salute italiano Roberto Speranza, spiegando che “la situazione a livello globale resta molto complessa. Dobbiamo evitare che vengano vanificati i sacrifici degli italiani negli ultimi mesi”.

Elenco degli ammessi

Algeria,  Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Corea del sud, Thailandia, Tunisia, Uruguay e Cina a condizione che apra le sue frontiere ai cittadini europei.

L’Ue ha dato il via libera ad una ristretta lista di paesi terzi. Includendo la Cina ma lasciando la porta chiusa agli Stati Uniti alla luce dei record dei contagi registrati nel Paese negli ultimi giorni. Non senza scatenare l’ira di Trump che ora potrebbe anche far scattare la rappresaglia, chiudendo le frontiere agli europei o agendo sui dazi.

Il via libera dell’Ue alla ‘lista verde’ è arrivato dopo una lunga maratona negoziale, trovando un equilibrio tra le esigenze sanitarie e quelle legate al turismo. Per ora fuori, oltre a Usa, Russia e Brasile restano anche Turchia, India e Israele. Nell’elenco degli ammessi figurano l’Algeria, l’Australia, il Canada, la Georgia, il Giappone, il Montenegro, il Marocco, la Nuova Zelanda, il Ruanda, la Serbia, la Corea del sud, la Thailandia, la Tunisia e l’Uruguay, Paesi che al momento non destano particolari preoccupazioni per quanto riguarda i livelli di contagio. Anche se negli ultimi giorni in Montenegro e in Serbia si teme un ritorno importante delle infezioni: i nuovi casi di Covid-19 nelle ultime 24 ore registrati in Serbia sono 276 contagi e a Belgrado è stato reintrodotto l’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi e sui mezzi pubblici. 

Nella lista anche la Cina

Nella lista c’è anche la Cina ma a condizione della reciprocità, dunque che ammetta sul suo suolo i viaggiatori provenienti dall’Ue. E il Regno Unito, ancora considerato Europa. almeno fino alla fine del periodo di transizione sulla Brexit il 31 dicembre.

“Stiamo entrando in una nuova fase con un’apertura mirata delle nostre frontiere esterne a partire da mercoledì. I Paesi Ue hanno preso questa decisione in uno spirito di stretta collaborazione. Monitoreremo regolarmente la situazione”, ha twittato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

La proposta di raccomandazione da parte della presidenza di turno del Consiglio, la Croazia, che domani cede il testimone alla Germania, resta comunque un atto giuridico, quindi non è vincolante. L’obiettivo è favorire un’azione coordinata degli Stati membri in un ambito a forte integrazione quale quello di Schengen. La lista di paesi concordata andrà comunque aggiornata ogni quindici giorni considerando l’evoluzione della pandemia.

Vediamo il servizio del telegiornale del nostro corrispondente da Bruxelles che ci parla anche del coordinamento tra Ue e Svizzera, considerato che la Confederazione fa parte dello spazio Schengen:

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