Oggi in Svizzera
Cari lettori,
è periodo di Carnevale e anche in Svizzera i bagordi sarebbero già cominciati da qualche giorno, se non fosse per la pandemia. Ironicamente, mai come quest'anno si sono viste così tante "maschere" per le strade …
Nel 2020, il "Rabadan" di Bellinzona è stato uno degli ultimi grandi eventi che ha potuto avere luogo. Chissà quante idee per sdrammatizzare la situazione avrebbero preso vita sui carri allegorici nel 2021!
Non è però nostro compito, in questo bollettino, parlarvi del passato o di quello che avrebbe potuto essere, ma di presentarvi la concreta attualità di giornata. Eccola, dunque.
La crisi sanitaria e le sue conseguenze socioeconomiche favoriscono il consumo pericoloso. Lo sottolinea il rapporto di Dipendenze Svizzera pubblicato mercoledì.
Chi si è ammalato o ha perso dei cari, così come il personale più a contatto con la malattia (sanità, trasporti e vendita, ad esempio) ha visto il livello di stress aumentare considerevolmente nel corso del 2020.
E questo coincide anche con una crescita del rischio di abusare di sostanze o comportamenti che creano dipendenza.
Dal fumo al gioco d’azzardo, il Panorama delle dipendenze in Svizzera analizza in che modo il consumo pericoloso è stato influenzato dalla pandemia.
- La pagina webCollegamento esterno di Dipendenze Svizzera.
- La sintesi dello studio su tvsvizzera.it.
- Il focus di swissinfo.ch sulla politica elvetica in materia di droghe.
Quasi 450’000 lavoratori in Svizzera a metà gennaio erano interessati dalle misure di chiusura o limitazione dell’attività, secondo l’Ufficio federale di statistica (Ust).
Si tratta dell’8,5% degli occupati nella Confederazione e del 12% delle imprese (quasi 84’000). Dalla stima pubblicata mercoledì dall’Ust emerge che il Ticino (con il 9,1% dei lavoratori) è leggermente più colpito rispetto alla media nazionale.
Nell’aprile del 2020 queste cifre erano più alte (oltre il 10% degli occupati), anche a causa del fatto che le misure di limitazioni interessavano un numero maggiore di attività.
- La notizia sul sito del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Il punto sulla pandemiaCollegamento esterno di RSI News.
- Il sito dell’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno.
Anche in Ticino è tornato d’attualità il dibattito sul divieto di fumare nei luoghi pubblici all’aperto.
Come già realtà a Milano, anche la città di Bellinzona potrebbe presto vietare il fumo in diverse aree. A livello cantonale, invece, diverse mozioni volte a limitare la sigaretta all’aperto sono state bocciate dal Parlamento.
Il tema continuerà in ogni caso a far discutere e a contrapporre chi difende la libertà individuale con chi ritiene sia più importante proteggere la salute dai rischi del fumo passivo.
- Opinioni a confronto su tvsvizzera.it nell’approfondimento del mio collega Riccardo.
- La pagina dedicata ai rischi del fumoCollegamento esterno sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
I paesi industrializzati, Svizzera compresa, non fanno abbastanza per aiutare gli Stati più poveri di fronte alla crisi climatica, sottolinea un rapporto.
Secondo ACT Alliance EU, l’Unione Europea e i suoi Paesi membri hanno versato 27 miliardi di dollari nel 2019, quando la “quota giusta” dovrebbe essere tra i 33 e i 36 miliardi.
Anche la Confederazione dovrebbe fare di più e aumentare a un miliardo le sue donazioni per contrastare il riscaldamento climatico nei Paesi in via di sviluppo, ritiene Jürg Staudenmann di Alliance Sud, comunità di lavoro che raggruppa sei grandi organizzazioni elvetiche di cooperazione internazionale.
Attualmente la Svizzera è nona nella classifica dei Paesi dell’Ue e dell’AELS che considera la quota del finanziamento climatico rispetto al Reddito nazionale lordo, una graduatoria guidata dalla Svezia.
- Dettagli e prese di posizione su swissinfo.ch a cura dei miei colleghi Luigi e Pauline.
- Il sito di Alliance SudCollegamento esterno.
- La pagina dedicata alle sfide climaticheCollegamento esterno sul sito della Direzione dello sviluppo e della cooperazione.
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