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Berlusconi condannato per la compravendita di senatori

Il tribunale di Napoli ha condannato in prima istanza l'ex preimier a tre anni di reclusione per corruzione. Il processo si prescriverà il 6 novembre

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Tre anni di reclusione a Silvio Berlusconi. Stessa pena inflitta a Valter Lavitola. È il verdetto che fa calare il sipario sul processo di primo grado per la vicenda della compravendita dei senatori. Un epilogo, come pronosticato dai pm, che per la prima volta sanziona penalmente le decisioni di un parlamentare qualificandole come viziate dalla corruzione.

“Prendo atto di una assurda sentenza politica al termine di un processo solo politico costruito su un teorema accusatorio risibile”, è stata la reazione di Berlusconi, mentre per Prodi quella che è stata lesa è stata “la democrazia e non – ha detto – la mia persona”

La vicenda: “Operazione libertà”

Berlusconi, secondo quanto stabilito dal Tribunale, avrebbe dunque corrotto tra il 2006 e il 2008 l’allora senatore Sergio De Gregorio con tre milioni di euro, di cui due erogati in contanti attraverso l’intermediazione dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. Scopo del pagamento, far sì che De Gregorio, eletto nella lista dell’Italia dei Valori, passasse allo schieramento di centrodestra e contribuisse alla caduta del governo Prodi che a Palazzo Madama si reggeva su un esile scarto di voti.

Un’iniziativa che, secondo gli elementi raccolti dal pool di magistrati della procura – il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e i pm Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita – e in base alle dichiarazioni dello stesso De Gregorio (uscito dal processo con un patteggiamento a un anno e otto mesi di reclusione) rientrava in un più ampio piano di azione per far cadere l’esecutivo di Romano Prodi, un piano che aveva anche un nome: “Operazione Libertà”.

5 anni di interdizione dai pubblici uffici

Ci sono volute sei ore di camera di consiglio ai giudici del collegio della prima sezione del Tribunale di Napoli presieduta da Serena Corleto per emettere il verdetto. Una sentenza che accoglie le richieste della Procura, diminuendo tuttavia l’entità della pena (tre anni rispetto ai cinque chiesti per il Cavaliere e i 4 anni e 4 mesi per Lavitola), stabilisce per gli imputati cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e li condanna in solido, insieme con Forza Italia, al risarcimento dei danni, da definire in sede civile, nei confronti del Senato della Repubblica, che si è costituito parte civile attraverso l’avvocatura dello Stato.

A breve la prescrizione

Il verdetto comunque non diventerà mai esecutivo: il sei novembre – come hanno spiegato i difensori di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona – il reato di corruzione sarà infatti prescritto. Se si calcolano i 90 giorni per il deposito delle motivazioni e i 45 necessari per l’impugnazione, il processo di appello avrà inizio quando già sarà tutto coperto dalla prescrizione. Anche se gli avvocati sottolineano che proporranno appello chiedendo ai giudici di secondo grado una assoluzione nel merito.

ansa/red

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