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Covid, sessantamila assistiti in più nei prossimi due anni

I formulari per la richiesta di aiuto sociale in un ufficio di Zurigo.
© Keystone / Christian Beutler

Le persone che nei prossimi due anni potranno sopravvivere solo grazie all'assistenza pubblica sono destinate ad aumentare di un quinto.

È quanto ha reso noto giovedì la Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS) che ha stimato l’impatto della crisi economica indotta dalla pandemia di coronavirus nell’ambito dell’aiuto sociale.

Rispetto al 2019 l’incremento dei beneficiari di questo tipo di prestazioni nel prossimo biennio sarà del 21% – vale a dire 57’800 persone che andranno ad aggiungersi alle 271’400 conteggiate nel 2019 – con un costo supplementare di 821 milioni per le casse cantonali e comunali.

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La quota degli assistiti salirebbe così al 3,8% dall’attuale 3,2%. Ma si tratta di uno scenario prudenziale: le previsioni meno ottimistiche indicano un incremento della quota delle persone bisognose del 4%, per una spesa che supererebbe il miliardo di franchi.

C’è comunque da dire che finora le conseguenze del Covid-19 sono risultate non particolarmente significative nel settore dell’aiuto sociale. Sono però sensibili i divari a livello regionale, con cantoni come Lucerna e Ginevra dove a novembre l’incremento degli assistiti è stato superiore all’8%.

A preoccupare gli esperti sono in particolare i disoccupati di lunga durata e gli indipendenti a basso reddito per i quali sono necessari interventi mirati come corsi di riqualificazione professionale e di formazione continua. In quest’ottica viene proposto di guidare i lavoratori verso la trasformazione digitale dell’economia, che questa crisi finirà inevitabilmente per accelerare.

Ma a Berna i rappresentanti dei cantoni chiedono soprattutto di prorogare le misure di sostegno all’economia fino alla fine della pandemia per non rischiare di sovraccaricare troppo il settore dell’assistenza sociale.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 7.1.2021)

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