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Addio a Leonard Cohen

Il cantautore canadese è morto a 82 anni; per mezzo secolo ha ammaliato il pubblico con la sua voce profonda e la sua poesia

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È morto a 82 anni il cantautore, poeta e romanziere canadese Leonard Cohen. In un 2016 che ha visto andarsene grandi protagonisti della scena musicale come David Bowie e Prince, è arrivato il momento dell’ultima ballata per una delle voci più roche e profonde della musica mondiale.
Sempre in bilico tra le venature della malinconia e gli sguardi obliqui dell’ironia, Leonard Cohen ha cantato di amore, politica, sesso e religione. Ha ammaliato per mezzo secolo un pubblico catturato, oltre che dalla sua voce, dalle parole che sceglieva per cantare la natura umana in tutte le sue sfaccettature.

Leonard Cohen nasce nel 1934 a Montréal, in Canada, da una famiglia medio borghese di origini ebraiche. Si laurea in letteratura e fino al 1966 è uno scrittore di poesia, racconti e romanzi. Poi, la cantautrice folk Judy Collins lo convince a scrivere canzoni ed esibirsi dal vivo. Così, fino ai primi anni Settanta, Cohen regala pezzi dal suono scarno, molto densi di parole, poi sperimenta l’LSD e abbraccia il jazz e la musica mediterranea e orientale che gli si è incisa addosso durante gli anni trascorsi sull’isola greca di Hydra.

Alla fine degli anni Settanta, i suoi album affrontano temi come la spiritualità e la sensualità: la sua celebre Hallelujah è del 1984. Pochi anni dopo si ritira in un monastero buddista e nel 2001 torna con Ten New Songs. Pubblica altri album e tiene concerti magici caratterizzati dal suo garbo, dalla sua elegenza e soprattutto dal rispetto per il suo pubblico e per i suoi musicisti. Un sentimento reciproco, ripagato dal pubblico fino all’ultimo secondo.

Il suo ultimo lavoro, You Want It Darker, è stato pubblicato meno di un mese fa. Come David Bowie, Leonard Cohen sembra aver sentito l’avvicinarsi della fine e ne parla nel suo ultimo lavoro: “Sono qui, sono pronto, mio Signore.”

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