La televisione svizzera per l’Italia
uomo davanti a schermo

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

un uomo ha deciso di attraversare il San Gottardo nonostante fosse momentaneamente chiuso al traffico a causa di un trasporto eccezionale. Dopo aver ignorato la bellezza di 64 semafori rossi, a 100 metri dall’uscita di Airolo ha fatto inversione di marcia.

Non sono note le ragioni che lo hanno portato a farlo, ma io ho un’idea: forse aveva fretta di arrivare allo zoo di Zurigo per vedere i quattro cuccioli di capibara nati 10 giorni fa. O forse no. Sta di fatto che il 25enne è stato denunciato alla Procura.

Mentre io vado a informarmi sui capibara, vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.

Buona lettura!

uomo davanti a schermo
© Keystone

Gli attacchi informatici alle aziende svizzere stanno aumentando in maniera esponenziale: negli ultimi 12 mesi sono stati individuati 2’694 casi (contro i 2’021 di un anno fa), ossia il 56% di tutti gli episodi osservati negli ultimi cinque anni.

A rivelare le cifre è l’ultimo numero del periodico Beobachter, che ha commissionato un’analisi alla società di sicurezza informatica Recorded Future. I dati riguardano casi accertati ossia laddove sono state sottratte informazioni da computer aziendali poi finite sul dark web. A questi vanno aggiunti quelli in cui è stato pagato un riscatto, ma sono difficili da quantificare: secondo gli esperti citati dal bimestrale si tratta di un numero elevato poiché molte società temono che sul web appaiano dati sensibili dell’impresa o dei suoi clienti.

Salvo alcune eccezioni, “gli hacker fanno parte di organizzazioni gestite in modo molto professionale”, afferma Florian Schütz, direttore del Centro nazionale per la cybersicurezza (NCSC) della Confederazione. Una dozzina le bande organizzate attive, ognuna specializzata nella propria clientela, che operano principalmente dai Paesi dell’Europa dell’est, Russia, Cina, Corea del Nord e Iran.

“Attualmente i ricattatori chiedono dal 3% al 5% del fatturato annuale di un’azienda”, spiega Abdelkader Cornelius, specialista della società Cybereason. Quasi il 40% delle vittime di ransomware – attacchi con richiesta di riscatto – paga i criminali. Molte aziende hanno anche assicurato questi rischi: nelle polizze è ormai previsto il pagamento ai malviventi.

pannello blu con cartello con scrtta lavoro
© Keystone / Christian Beutler

Nonostante la pandemia ancora in corso, è di nuovo calato il tasso di disoccupazione in Svizzera: nel mese di settembre si è attestato al 2,6%, contro il 2,7% di agosto e a fronte del 3,2% di settembre 2020.

Stando ai dati diffusi giovedì dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), il numero d’iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC), che in gennaio aveva toccato i massimi dal 2010 (oltre 261’000) è sceso in settembre a 120’294: si tratta dell’ottava flessione consecutiva (-6’061 rispetto ad agosto e -28’266 sull’arco di un anno.

Ad essere i più colpiti sono i cantoni romandi, che comunque restano sotto la soglia psicologica del 5%. II primato negativo spetta a Ginevra (4,8%), seguono Giura (4,4%), Neuchâtel e Vaud (3,7% per entrambi). Per quanto riguarda la Svizzera tedesca, Basilea Città (3,4%) e Argovia (3,1%) sono i cantoni messi peggio, mentre il cantone con meno disoccupati in assoluto è Appenzello Interno (0,5%). Nella Svizzera italiana, il Ticino è nella media nazionale (2,7%), mentre i Grigioni rimangono sotto l’1% (0,9% per la precisione).

I dati diffusi dalla SECO divergono da quelli dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che si basa su sondaggi secondo i quali le persone senza lavoro nella Confederazione rappresenterebbero il 5% della popolazione.

mano in controluce che tiene provetta
Keystone / Pep Morell

Si apre oggi e durerà tre giorni il primo vertice dell’Anticipatore della scienza e tecnologia di Ginevra (GESDA)Collegamento esterno, una fondazione lanciata nel 2019 da Confederazione e autorità ginevrine per favorire incontri e scambi tra il mondo diplomatico e quello scientifico.

Il suo scopo è di far sì che da una parte i ricercatori siano a conoscenza dei potenziali impieghi di quanto da loro scoperto e dall’altra che i diplomatici sappiano quali sono le novità tecnologiche che potrebbero aiutare la risoluzione di un problema globale. Si vuole evitare, insomma, che i progressi della scienza siano esclusivamente usati da pochi Governi o aziende.

Gli 800 partecipanti analizzeranno 216 potenziali scoperte dei prossimi 5, 10 e 25 anni che avranno potenzialmente un grande  impatto su “chi siamo come esseri umani, come vivremo insieme e come possiamo garantire la sostenibilità del nostro pianeta”. Scoperte che sono legate alla rivoluzione quantistica e all’intelligenza artificiale (IA), al miglioramento del corpo attraverso la tecnologia, alla rigenerazione dell’ecosistema e alla diplomazia scientifica.

Secondo questo radar, per esempio, nei prossimi 25 anni l’IA dovrebbe permettere nuove informazioni sulla coscienza umana, la tecnologia genetica potrebbe correggere, rallentare o addirittura invertire i processi legati all’età e le nuove tecnologie potrebbero aiutare a eliminare l’anidride carbonica dall’aria e convertirla in combustibili sintetici e altri prodotti chimici.

letto d ospedale vuoto
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Continua a migliorare la situazione epidemiologica in Svizzera: tra il 27 settembre e il 3 ottobre il numero di casi segnalati e di ricoveri è calato rispetto ai sette giorni precedenti. Meno pazienti nei reparti di cure intense, meno morti e meno contagi.

Nella 39esima settimana dell’anno sono stati registrati in Svizzera e nel Liechtenstein 7’625 casi contro i 9’348 della settimana precedente. La fascia d’età più colpita è stata quella tra i 10 e i 19 anni, mentre quella meno toccata è quella dei 70-79enni.

Per quanto riguarda i ricoveri, sono stati 159, contro i 227 della 38esima settimana. Una flessione che si riflette anche nel numero di decessi: sono stati 28 nel corso della scorsa settimana e 37 due settimane fa. Poiché la variante Delta rappresenta il 90% dei nuovi casi, non è più classificata come preoccupante già da metà agosto.

Oltre la metà della popolazione elvetica si è fatta vaccinare: il 59,77% degli svizzeri è completamente vaccinato, mentre il 5,08% è in attesa della seconda dose.


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