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“Tutti hanno il diritto di mangiare cose buone e locali”

Si è svolta a Milano Expo dei popoli, la risposta della società civile e dei movimenti contadini all'esposizione universale. Presenti 200 delegati di una cinquantina di paesi

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Si è concluso a Milano l’Expo dei Popoli , forum internazionale della società civile e dei movimenti contadini a cui hanno partecipato 200 delegati di 50 paesi al mondo.

Uno degli incontri più interessanti è stato il dibattito tra Carlin Petrini, gastronomo, scrittore e attivista italiano, fondatore dell’associazione Slow FoodCollegamento esterno e Elizabeth Mpofu, contadina dello Zimbawe coordintrice internazionale de La Via Campesina movimento che raggruppa più di 200 milioni di agricoltori in 70 paesi nei 5 continenti.

Elizabeth Mpofu ha parlato delle difficoltà dei piccoli produttori che devono lottare contro le multinazionali dell’ Agribusinnes per difendere le loro sementi autoctone e sul ruolo che hanno i piccoli produttori agricoli nel difendere la biodiversità. Inoltre ha sottolineato l’importanza del principio della sovranità alimentare e cioè: ” il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo”.

Petrini sempre in prima linea nella critica alle grandi aziende produttrici di cibo ha esordito dicendo che la povera gente in giro per il mondo non può mangiare : ” la merda prodotta dalle multinazionali”, e che è ora che tutte le organizzazioni che si occupano di alimentazione, di diritti umani insieme ai cittadini si coalizzino in una grande alleanza. Ha inoltre aggiunto “Le volpi le conosciamo molto bene – ha continuato Petrini -: fanno grandi affari sulle spalle degli umili, di contadini, pescatori e allevatori di piccola scala. Realtà locali sotto schiaffo del libero mercato, quando invece dovrebbero essere tutelate non solo perchè nutrono la maggior parte delle persone ma anche perchè preservano la biodiversità.”

I dibattiti e gli incontri si sono occcupati di terra analizzando diveresi temi come: il problema del land grabbing o l’accaparemento di terra da parte delle grandi multinazionali che costringono i contadini a lasciare i loro terreni per poi andare ad ingrandire le masse di disperati che vivono nelle megalopoli. Oramai quasi il 60% della popolazione mondiale vive nelle città. La questione dell’acqua e la sua privatizzazione, la difficoltà a difendere i propri semi e quindi a proteggere la biodiversità visto che grandi aziende come Monsanto, Cargill, Syngenta oltre alle coltivazioni di prodotti OGM ( organismi geneticamente modificati) che costringono i piccoli contadini ad indebitarsi per compare semi che non si riproducono, sono stati altri temi centrali al meeting. In India ad esempio ci sono stati negli ultimi anni più di duecentomila contadini che si sono suicidati per non riuscire a pagare i debiti contratti con le società sementierei.

Andrea Ferrante di Aiab, associazione italiana per l’Agricoltura Biologica ha posto l’accento sul fatto che solo i contadini possono risolvere i problemi dell’alimentazione e che Expo2015 ha completamente fallito , visto che la mission che doveva essere ” Nutrire il pianeta energia per la vita” non è stata rispettata e che anzi è la vetrina delle grandi multinazionali come Coca Cola e Mc Donald.

Grande la soddisfazione del portavoce di Expo dei Popoli Giosuè di Salvo per aver riunito 14 reti internazionali sia della società civile come adesempio la RED Vida sudamericana che si occupa di diritto all’acqua, La Via Campesina, RIPESS rete internazionale del commercio equo e solidale e altre per discutere su come provare a risolvere i grandi i grandi problemi che affliggono il pianeta come la fame nel mondo, il cambio climatico e il diritto alla terra.

Antonio Pacor

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