La settimana in Svizzera
Il caso Gucci, che ha deciso di trasferire in Piemonte la sua rete logistica presente in Svizzera, la condanna a Torino dell'ex manager di Eternit, Stephan Schmidheiny, e gli inquietanti dati relativi alle molestie sessuali sulle donne diffuse da Amnesty sono tra i fatti che hanno caratterizzato la cronaca di questa settimana nella Confederazione.
Sono state raccolte le firme necessarie per chiamare alle urne gli elettori svizzeri sull’iniziativa popolare “Sgravare i salari, tassare equamente il capitale”. Il testo proposto dai giovani socialisti mira ad aumentare le imposte per i più ricchi in modo da sgravare i redditi medi e piccoli, ovvero quelli cumulati dal 99% della popolazione.
Altri sviluppi
Tassare i più ricchi: gli svizzeri voteranno
Il 22% delle donne in Svizzera hanno subito atti sessuali non consensuali e il 12% hanno avuto un rapporto sessuale contro la loro volontà. È quanto emerge da un’indagine condotta per conto di Amnesty International.
Altri sviluppi
Una donna su cinque vittima di violenze sessuali in Svizzera
Le indiscrezioni recenti sono state confermate: il colosso francese Kering, che possiede il marchio Gucci, annuncerà a breve nuovi tagli in Ticino. La multinazionale del lusso ha ormai iniziato a smantellare e secondo nostre informazioni l’annuncio è atteso a breve, con l’ufficializzazione della chiusura dell’intero settore della logistica che in Ticino fa capo a Luxury Goods.
Altri sviluppi
La Gucci se ne va dal Ticino
L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo a Torino in relazione al decesso di due ex lavoratori dello stabilimento di Cavagnolo (Torino) dell’azienda Eternit S.p.a Genova.
Altri sviluppi
Eternit, Schmidheiny condannato a quattro anni
Sul fronte della lotta al terrorismo la polizia deve poter disporre di maggiori strumenti per contrastare, al di fuori di un procedimento penale, le persone potenzialmente pericolose. Sono previsti in particolare interventi quali l’obbligo di presentarsi regolarmente presso un posto di polizia, il divieto di lasciare il Paese e il conseguente sequestro del passaporto o della carta d’identità.
Altri sviluppi
Contro il terrorismo più libertà alla polizia
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.