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Relazioni Svizzera-Ue, il disgelo passa dal Ticino

Visita ufficiale in Ticino del nuovo ambasciatore dell’Unione europea in Svizzera, Michael Matthiessen, che giovedì ha incontrato autorità, sindacati, mondo economico e mondo bancario. Nei colloqui si è parlato tra l’altro dell’obbligo, per chi fa richiesta di un permesso di soggiorno, di presentare il casellario giudiziale. Un provvedimento cantonale di cui il governo ha chiarito gli obiettivi, illustrando inoltre l’iniziativa che ne richiede l’introduzione a livello federale.

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È ottimista, l’ambasciatore dell’Unione europea in Svizzera, ai microfoni della RSI.

Quelli tra la Confederazione e l’Ue “sono rapporti che continuano a migliorare. Gli ultimi tre anni sono stati difficili a causa del referendum sull’immigrazione di massa, ma dopo che il Parlamento l’anno scorso ha votato la legge d’applicazione c’è stata una svolta. Credo, spero, che il 2017 sia l’anno che porterà alla normalizzazione e alla razionalizzazione dei rapporti e si possa così avanzare in molti ambiti.”

Un avanzamento che potrebbe essere sostenuto dal raggiungimento di un accordo istituzionale.

“Sì, l’accordo quadro istituzionale è qualcosa di molto importante per l’Ue e anche per la Svizzera. Il Consiglio Federale ha annunciato nel suo programma legislativo per il 2017 che desidera raggiungere questo accordo. Al momento ci sono dei negoziati tecnici, speriamo di poter presto trovare una soluzione.”

Ma fino ad allora come si possono risolvere i conflitti istituzionali esistenti?

“Non ci sono conflitti gravi. Bisogna fare attenzione: Svizzera e Unione europea sono partner molto vicini. Ogni giorno ci sono scambi commerciali per 1 miliardo di euro tra la Svizzera e l’Unione Europea. Quindi penso che sarebbe bene per entrambi avere un quadro giuridico chiaro che possa rendere ancora migliori i nostri rapporti. C’è molto potenziale da sfruttare e un accordo potrebbe aiutarci a farlo.”

Oltre alle questioni istituzionali, c’è quella del versamento di un secondo miliardo per il fondo di coesione.

“La questione del contributo finanziario della Svizzera ai Paesi dell’Europa orientale è importante. Noi desidereremmo che la Svizzera, ma è ovviamente una decisione che spetta a Berna, riprendesse il finanziamento perché è anche nel suo interesse. Anche la Svizzera trarrebbe vantaggio da una maggiore stabilità e prosperità in tutta l’Unione Europea.”

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La visita in Ticino, sottolinea il Consiglio di Stato in una nota, “ha consentito di fare il punto sullo stato attuale delle relazioni diplomatiche elvetiche con l’Unione europea e di approfondire la posizione del Ticino, in merito alle questioni internazionali considerate di maggiore rilevanza a sud delle Alpi”.

Il presidente del governo Paolo Beltraminelli e il ministro dell’economia Christian Vitta hanno avuto modo di discutere con Matthiessen delle “particolari dinamiche socioeconomiche” che differenziano il Cantone dal resto della Confederazione, “a cominciare dalla realtà del mercato del lavoro transfrontaliero”.

“È un cantone molto importante per le relazioni tra l’Unione europea e la Svizzera e quindi ho voluto visitare il Ticino il prima possibile”, ha dichiarato Mathiessen. “Alcune iniziative che nascono qui sono riprese a livello nazionale e questo ci interessa da vicino. Per questo ho voluto parlare con gli attori politici ed economici, per meglio capire e poterne riferirne ai miei colleghi di Bruxelles”.

La visita dell’ambasciatore è quindi proseguita con i rappresentanti del mondo sindacale e di quello economico.

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