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Il business del calcio di nuovo a processo

il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi arriva al tribunale penale federale di Bellinzona
Il presidente del PSG Nasser Al-Khelaifi era presente all'udienza al Tribunale penale federale di Bellinzona, così come l'ex segretario generale della Fifa Jérôme Valcke. Assente invece il terzo imputato, un uomo d'affari greco. Keystone / Francesca Agosta

Si è aperto lunedì a Bellinzona il processo che vede alla sbarra Jérôme Valcke, il presidente del Paris Saint-Germain Nasser Al-Khelaifi e un uomo d'affari greco.

L’ex segretario generale della Federazione internazionale di calcio, Jérôme Valcke, 59 anni, è accusato di amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti e corruzione passiva, il tutto ripetuto più volte. È sospettato di aver accettato indebiti vantaggi dagli altri due imputati in relazione all’assegnazione dei diritti televisivi per diversi campionati mondiali e altre competizioni Fifa.

Nel 2013 Nasser Al-Khelaifi, proprietario dell’emittente Al-Jazeera e di Bein Media Group, avrebbe promesso a Valcke l’uso esclusivo di una villa in Sardegna, acquistata per lui proprio dal qatariota. “Villa Bianca”, del valore di 5 milioni di euro, doveva essere ceduta in piena proprietà al francese dopo due anni, di intesa tra i due uomini.

In cambio il braccio destro dell’ex presidente della FIFA Sepp Blatter si sarebbe impegnato a fare tutto il possibile affinché Al Jazeera Sports, nel frattempo ribattezzata Bein Sports, ottenesse i diritti per i Mondiali di calcio del 2026 e del 2030 per il Medio Oriente e il Nord Africa. Concretamente, Valcke avrebbe avviato trattative direttamente con il gruppo qatariota, senza pubblicare un bando di gara come previsto dal regolamento della federazione.

L’uomo d’affari greco è da parte sua accusato di aver effettuato tre pagamenti per un totale di 1,25 milioni di euro a Sportunited, di cui Valcke era azionista unico. Questi versamenti erano destinati a garantire alla società MP & Silva i diritti televisivi per i Mondiali del 2018, 2022, 2026 e 2030 per l’Italia, così come per diverse altre competizioni.

Secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), la concessione di questi vantaggi giustifica la comparsa davanti alla corte di Nasser Al-Khelaifi per istigazione ad amministrazione infedele aggravata.

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Fifa parte civile

Oltre all’accettazione di questi vantaggi, Valcke è pure accusato di ripetuta falsità in documenti per aver compilato il bilancio della sua società Sportunited definendo prestiti le bustarelle ricevute.

La Fifa, costituitasi parte civile, chiede al suo ex segretario generale una somma compresa tra 1,4 e 2,3 milioni di euro corrispondenti all’utilizzo di Villa Bianca e di altri vantaggi, nonché, assieme l’imprenditore greco, un importo di 1,25 milioni di euro.

La Procura non ha ancora annunciato le richieste di pena. Il procuratore federale Joel Pahud le rivelerà nel suo atto d’accusa. All’udienza si sono presentati Valcke e Al-Khelaifi, mentre l’uomo d’affari greco era assente.

Come per il primo processo FIFA, conclusosi in primavera, anche questo procedimento è minacciato dalla prescrizione, che entrerà in vigore nel novembre 2020.

Come gli ex capi della Federazione calcistica tedesca (DFB) Theo Zwanziger, Horst R. Schmidt e Wolfgang Niersbach, e come il suo predecessore alla FIFA Urs Linsi, anche Valcke ha tentato di perdere tempo, presentando invano diverse richieste di ricusazione nei confronti dell’ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e dei suoi collaboratori.

tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 14.9.2020)

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