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Tre paraplegici camminano e nuotano, speranze da ricerca losannese

Una volontaria paraplegica esegue un test condotto dai ricercatori del politecnico di Losanna.  
Una volontaria paraplegica esegue un test condotto dai ricercatori del politecnico di Losanna. © Keystone / Salvatore Di Nolfi

Uno studio condotto al Politecnico di Losanna, pubblicato su Nature MedicineCollegamento esterno, dischiude nuovi orizzonti nella cura dei paraplegici.

Tre pazienti, tra cui un cittadino italiano, sono tornati a camminare, nuotare e pedalare grazie agli elettrodi impiantati nel midollo spinale che, attraverso stimolazioni elettriche, consentono loro di governare i movimenti del busto.

A guidare il processo è un tablet sul quale i pazienti possono selezionare il tipo di movimento desiderato, al quale è collegato in modalità wireless un pacemaker inserito nell’addome che raccoglie le informazioni destinate gli elettrodi impiantati chirurgicamente all’interno della colonna vertebrale, nel midollo spinale.

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Un tablet al posto del cervello

Sulla base dei movimenti selezionati per mezzo del tablet, dotato di un software basato sull’intelligenza artificiale, i segnali vengono inviati agli elettrodi che attraverso la stimolazione di specifici neuroni – analogamente a quanto fa in situazioni normali il cervello – provocano la contrazione dei muscoli che a loro volta generando attività motorie complesse, come camminare, nuotare e pedalare. Attraverso i comandi inviati dal dispositivo wi-fi viene in sostanza riattivato il midollo spinale lesionato.

Il fatto sorprendente di questa sperimentazione, che per il momento ha coinvolto un numero esiguo di persone, è che a distanza di poche ore dall’attivazione del sistema, tre pazienti paralizzati con lesioni midollari complete si sono alzati e sono riusciti a camminare e controllare i movimenti del busto.

 I progressi sono poi proseguiti nelle settimane successive e, seguendo uno specifico programma di allenamento, i volontari sono stati in grado di recuperare massa muscolare, muoversi in modo più autonomo e prendere parte ad attività sociali all’esterno del laboratorio, come consumare una bevanda in piedi al bar.

Tecnologia da affinare

Naturalmente i risultati promettenti di questa sperimentazione, giunti dopo numerosi anni di ricerche effettuate dal gruppo di studiosi coordinato dal Politecnico losannese, dovranno ora essere testati su migliaia di persone e questa tecnologia andrà ulteriormente affinata prima della sua futura commercializzazione su larga scala.

In particolare, si intende arrivare alla completa miniaturizzazione del dispositivo e in seguito verranno effettuati approfondimenti per cercare di utilizzare i segnali elettrici provenienti direttamente dal cervello. In proposito è già stata creata una startup, la Onward Medical, che ha lo scopo di procedere alle prossime tappe. È sicuramente solo un primo passo insomma, che richiederà ancora del tempo prima di poter diventare realtà per i milioni di persone che soffrono di questa patologia. Intanto però per tre persone paraplegiche la vita è già cambiata.

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