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Texas, ora nei campus si entra anche armati

Nello stato americano è entrata in vigore la controversa legge, secondo il principio "armare i buoni per fermare i cattivi"

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In Texas é entrata in vigore lunedì la controversa legge che permette di portare armi nelle aule e nei campus universitari. Lo Stato americano, guidato da una maggioranza repubblicana, non è in realtà il primo a introdurre questa possibilità, che è in netto contrasto con gli sforzi profusi dal presidente Obama per un maggiore controllo su pistole e fucili.

Armare i buoni, per fermare i cattivi. Questo principio ha convinto Greg Abbott a puntare con decisione sulla legge che permette di portare armi nei campus universitari. Per il governatore del Texas e per la maggioranza repubblicana bisogna mettere le persone che hanno un regolare porto d’armi in condizione di difendersi. Difendersi da chi compie le stragi, dai terroristi.

Quello odierno non è un giorno scelto a caso, per l’entrata in vigore della legge. Esattamente 50 anni fa, 1° agosto 1966, Università del Texas, Austin. Lo studente Charles Whitman apre il fuoco dalla torre dell’orologio freddando 17 persone, in quello che è considerato il primo omicidio di massa in una scuola statunitense.

Nella liberal Austin però si sono levate le voci più critiche nei confronti del governatore. Studenti e insegnanti uniti nella protesta. E i professori hanno ottenuto almeno il bando dai loro uffici delle pistole. Nel resto del campus e nelle altre scuole pubbliche si potranno invece portare, non in vista. Così come già accade in altri otto Stati, fra cui Oregon, Idaho e Colorado.

Una sconfitta bruciante per Barack Obama e i democratici, che temono un aumento delle violenze e dei suicidi nelle università. Un severo controllo delle armi in circolazione, dicono, è l’unico modo per diminuire le stragi, per fermare questa lunghissima striscia di sangue.

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